Roma Nord: le mistificazioni di Atac
Messaggi esposti in
modo incompleto e/o travisati: non è la prima volta che l’Atac
SpA, come tante altre società impregnate di politica, adoperi
la tecnica e i meccanismi persuasivi utilizzati nella cosiddettapropaganda
fraudolenta, altamente dannosa per la libera e naturale formazione
dell’opinione pubblica.
È di ieri l’ultima performance, e non è stato un caso
che la Società abbia scelto il direttore Direzione Customer Care, Vincenzo
Saccà (retribuzione annua € 120.000 lorde), per rivoltare la frittata nella
querelle Roma Nord. Ex manager di Trenitalia, Saccà, voluto a suo tempo dall’ex
Ad Basile, è specializzato nella vendita e soprattutto nell’assistenza dei
clienti. Dunque, un pubblicitario; uno che escogita, studia ed elabora le
strategie commerciali, anche infime, per convincere gli spettatori/utenti a
comprare il suo prodotto, la sua verità.
Nell’articolo de
‘IL TEMPO’ l’Atac riconosce che i disagi sulla Nord continueranno. Questo la
dice lunga sulla mancata programmazione e pianificazione degli orari di
servizio; ma si sa che questo management, pagato fior di quattrini, non è in
grado di capire il funzionamento del sistema ferroviario nella sua complessità,
che è mirata a garantire la regolarità e la sicurezza dell’esercizio. Neanche
delle norme inserite nel D.P.R. (Decreto Presidente della Repubblica) 753/80
hanno preso in considerazione, che all’art. 12 recita:
«L'orario
e la composizione dei treni nonché l'orario o il numero delle corse degli altri
mezzi di trasporto sono stabiliti in relazione alle esigenze del traffico, in
modo che il servizio sia adeguato alla normale affluenza di viaggiatori e alla
richiesta di trasporto delle merci, tenuto conto delle caratteristiche tecniche
degli impianti, del materiale mobile e delle necessità dell'esercizio con
particolare riguardo alla sicurezza. Inoltre, le aziende esercenti adotteranno
tutte le possibili misure per fronteggiare le maggiori esigenze del traffico in
determinati periodi o in eccezionali circostanze».
Agente Unico – La grande novità
del nuovo
regolamento, che tra l’altro si presente lacunoso e confuso, è
l’eliminazione del Capotreno, dell’agente di scorta. Tale disposizione
però trova serie difficoltà nella sua applicazione, in quanto le strutture,
gli impianti e i treni presentano delle gravi carenze che al momento sono
insormontabili. Il Capotreno, oltre a garantire la circolazione dei
treni, supporta il macchinista nel suo lavoro, intervenendo prontamente quando
le necessità lo richiedono. La sua assenza potrebbe abbassare i livelli di
sicurezza.
Metropolitana – Arriva puntuale,
come un orologio svizzero, la perla di saggezza, il messaggio subliminale, lo
zuccherino per sedare gli animi: «Atac intende gradualmente portare la tratta
urbana [P.le Flaminio-Montebello n.d.r.] a frequenza»,
come una metropolitana. Bufala colossale, sintomo di una conclamata incapacità
di gestione ferroviaria. Il già citato DPR 753/80 all’art. 13 è lapidario:
«In ogni
stazione e nelle principali fermate deve essere esposto l'orario di partenza
delle corse per il servizio viaggiatori o comunque l'orario di effettuazione
del servizio. Nelle stazioni devono inoltre essere tenute a disposizione del
pubblico le condizioni e le tariffe relative ai servizi esse sono abilitate e
tenuto in evidenza un registro per i reclami».
Dunque, per le
ferrovie ex-concesse non si può usare il sistema metropolitano a “frequenza”;
inoltre c’è il vincolo del segnalamento che, come detto, è tipicamente
ferroviario. La metropolitana è una cosa, la ferrovia è un’altra.
Tratta extraurbana - Riguardo all’inserimento di ulteriori treni sulla
tratta extraurbana, un’altra questione delicata, occorre
evidenziare che ciò è a limite della gestione in regime di Dirigenza Unica,
creando non poche difficoltà nella regolarità e alla sicurezza dell’esercizio.
Si ricorda cosa
significa Dirigenza Unica e Dirigente Unico:
SPECIFICA: «Tutte
le operazioni vengono coordinate, e per tutte le stazioni della linea
interessata, da una sola persona, il dirigente unico. A lui fanno capo sia
l'operatore che il capotreno nello scambio dei dispacci di movimento e altri
dispacci che permettono la corretta e sicura gestione del movimento dei treni.
Il dirigente unico è quindi un "supercapostazione" che, tramite gli
operatori, dirige una serie di stazioni come se fosse un unico impianto di
dimensioni allargate e fornita di numerosi binari, di molti deviatoi, di tanti
segnali e, spesso, di svariati passaggi a livello».
***
«Oltre alla
dispaccistica corrente il D.U. decide le successioni dei treni, quale treno
"favorire" nel caso di inconvenienti e ritardi. Inoltre è suo compito
informare con le dovute procedure, sia gli operatori in linea che altre figure
professionali sulla circolazione dei treni, su quale sarà la programmazione dei
convogli nella giornata e in quelle successive in caso di treni straordinari o
di soppressione di corse».
***
«Tutte (e altre)
queste attività sono, in genere svolte per mezzo del telefono e registrate per
iscritto con numeri progressivi e di controllo su un apposito registro dei
fonogrammi. Sembra evidente che l'articolazione delle attività e la scarsità
dei mezzi a disposizione permette che un D.U. possa gestire il traffico solo su
linee con pochi treni e in genere di lunghezza limitata».
Alla luce di quanto
emerso, gli pseudo manager devono capire che non si possono mettere più treni senza la necessaria
tecnologia a sostegno.
In conclusione,
occorre sfatare una leggenda metropolitana: il personale è il primo a chiedere sicurezza e
regolarità e per evitare
di finire davanti ad un magistrato preferiscono non effettuare straordinari (e
ciò è perdita di salario); non vogliono ripercorrere le stesse strade che
portarono a due morti nel 2003 (macchinista e capotreno), incidente Pian
Paradiso, e a 120 feriti nel tamponamento avvenuto nella stazione di La Celsa
(20 aprile 2010).
Grazie per la notizia David. Sapevo solo di La Celsa (sto in zona Roma); nel 2003 invece ero ancora ben a digiuno della materia TPL e della Viterbo in generale. Che atrocita'.
RispondiEliminaE' davvero allucinante: e nessuno se ne rende conto della gravità delle cose!
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