Arrivando
alla stazione Roma Laziali, capolinea della ferrovia regionale
Laziali-Giardinetti, in quota Atac SpA, ci si accorge subito che c’è qualcosa
che non va; anomalie che si sommano alle gravi mancanze che da anni interessano
direttamente l’esercizio (precarietà dell’infrastruttura e del materiale
rotabile nonché mancanza del personale), nonostante la linea continua a
ricoprire un ruolo importante nella mobilità della Casilina.
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La telecamera installata all'entrata della stazione |
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Il cartello esplicativo che dovrebbe essere applicato nelle aree videosorvegliate |
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Videosorveglianza – L’area dei tornelli
è soggetta alla videosorveglianza: nulla in contrario, si badi bene, se non
fosse che in nessun punto della stazione è segnalata la presenza della
telecamera, come previsto dal Provvedimento del Garante della Privacy dell’8
aprile 2010 (le stazioni e le fermate “dotate di telecamere, dovranno
portare – si legge nella sessione ‘Sicurezza nel Trasporti Pubblici’del Provvedimento
– apposite indicazioni o contrassegni che diano conto con immediatezza
dell’impianto di videosorveglianza […]) ”. La faccenda si complica se si
considera che l’occhio elettronico, montato nel maggio scorso, assieme ai
tornelli, inquadrata anche la porta della Dirigenza Locale (Capostazione), cosa
anch’essa vietata dallo stesso Garante, poiché potrebbe sussistere in concreto
anche una forma di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori.
Pensilina – La pensilina, posta tra il
primo e il terzo binario, versa in stato di degrado: lampade a neon penzolanti,
o ancorate alla menopeggio, cavi elettrici ovunque e, dulcis
in fundo, notevoli infiltrazioni d’acqua dalla copertura, che danneggia sia la
struttura sia l’impianto elettrico. Ma ciò che dovrebbe preoccupare la Soc. Atac è proprio la commistione tra acqua e l’energia
elettrica, che potrebbe innescare un corto circuito oppure un arco elettrico,
specie se la pensilina fosse colpita da un fulmine. In quest’ultimo caso, infatti,
i rivoli di acqua si tramuterebbero in veri e propri cavi, quindi in conduttori,
i quali consentirebbero all’energia di scaricare a terra. È facile immaginare
quali potrebbero essere le conseguenze se il fenomeno coinvolgesse una o più
persone.
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Dov'è la messa a terra? |
Inferriata e struttura metallica – Tutto in ferro,
dalle cancellate antintrusione alla copertura dei tornelli, ma della messa a
terra nessuna traccia visibile. La messa a terra, tanto per la cronaca, è
necessaria per proteggere persone e impianti da tensioni elettriche di
qualsiasi origine, anche in caso di forti correnti impulsive dovute per esempio
alla caduta di un fulmine. Le normative vigenti stabiliscono che in
corrispondenza dei nodi equipotenziali e/o dispersori siano previsti dei pozzetti
di ispezione, sui quali vengono posti i cartelli che indicano la presenza del
dispersore al suo interno. Ma, come detto, alla stazione Roma Laziali non ci
sono né cartelli né tantomeno pozzetti di ispezione. Eppure da quelle parti
l’energia elettrica non manca di certo.
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