Esposito "asfalta" e Atac fa fuori la Giardinetti. Polemiche infinite

Il dato è tratto, da lunedì 3 agosto, la Giardinetti terminerà le corse alla stazione di Centocelle, «fino a nuovo ordine». A deciderlo è stata Atac SpA, con l’assenso della Regione Lazio e del Campidoglio. Il neo-assessore ai trasporti, il senatore Stefano Esposito, ha preferito defilarsi, forse perché è fin troppo oberato ad «asfaltare i dipendenti che si azzardano a fare gli «scioperetti». Parole che, tra l’altro, hanno innescato un’infuocata reazione a catena.


«L’asfalto lo usi – tuona la Faisa-Confail - per riempire le buche di Roma. Invece di minacciare, faccia una concertazione seria coi dipendenti, che lavorano tutti i giorni nell’emergenza, e non spari bombe che li mettono alla gogna e alla rabbia dei cittadini. Le colpe sono dei vertici e dell’Amministrazione, la quale sta svendendo la municipalizzata per gli interessi di qualcuno». «Non si governa – dichiara in una nota Gianluca Peciola, capogruppo Sel in Campidoglio- provocando i lavoratori, i sindacati e le forze politiche. Mi preoccupa il taglio che sta dando al suo delicato incarico in un momento in cui il clima in città sul tema dei trasporti diventa rovente. Poche chiacchiere, smetta le offese ai sindacati e ai lavoratori e a pancia bassa a lavorare. Altrimenti l'alta velocità la riporterà a Torino in gran fretta. Invece di girare per la metro con occhiali e baffi finti alla Woody Allen contribuisca a riallacciare il dialogo tra cittadini e lavoratori e faccia proposte per risolvere i problemi. Insomma faccia l'assessore, e noi saremo disposti anche a darle una mano». Nulla di nuovo sotto il sole di Roma, se questo è l’andazzo. E noi lo avevamo detto. Chiusa parentesi.

 

La scelta di sospendere l’esercizio dello storico tranvetto, tra Centocelle e Giardinetti, è stata accolta con rabbia e sorpresa dagli utenti dei quartieri lungo la Casilina. «È una follia – afferma un signore di Torre Maura -, la metropolitana è incompleta e l’unico mezzo alternativo per arrivare direttamente in centro è il trenino». «Io lavoro a Borghesiana – gli fa eco un ragazzo – e da lunedì sarò costretto a prendere il 50 e poi la Linea C al Pigneto. Ci impiegherò, considerando il traffico, circa mezz’ora in più. Fino adesso, invece, arrivavo col trenino a Parco di Centocelle o Alessandrino e da lì prendevo la metro. Una favola, sono due mezzi rapidi. Ma non potevano aspettare l’apertura di San Giovanni?». No, Atac pare irremovibile. «L’Azienda non può permettersi – ci confidano in via Prenestina – di mantenere due linee soprapposte». Ma se è una questione economica, perché rimpinzare la direttrice di autobus? E i corrispettivi della ferrovia, che Atac intasca dalla Regione, in termini di Km/treno, dove sono andati a finire?  
 

Mobilitazione – Corre velocemente, la petizione online, lanciata sulla piattaforma change.org dal Comitato di Quartiere di Tor Pignattara Odv. In poco tempo, grazie anche al Blog, ha sfondato la soglia delle 1000 adesioni [Per firmare la petizione cliccare qui]. «Chiediamo – si legge nella premessa - che vengano aumentate le corse del 105 le frequenze che garantiscano un servizio di mobilità pubblica degno di questo nome e che si avvii rapidamente l'ammodernamento e potenziamento della linea Roma-Giardinetti soprattutto alla luce del riassetto che temiamo abbia ripercussioni ancora più gravi di quella del 105. Hanno marginalizzato un intero quartiere isolandolo dal centro di Roma. La Metro C non rappresenta un vantaggio diretto per il quartiere in quanto le stazioni più vicine (Centocelle, Teano e Malatesta) sono comunque periferiche rispetto al suo centro e raggiungibili, dalla stragrande maggioranza del territorio, solo attraverso l'ausilio di un altro mezzo pubblico o del mezzo privato». Intanto, sono apparsi dei volantini informativi lungo la fermate ferroviarie che rientrano nella chiusura. «Ci lasciano a piedi – recitano -, niente più trenino, niente più autobus (il 106 ogni 40 minuti). Mobilitiamoci – è l’invito -, scriviamo al Sindaco, all’Assessore Esposito nonché alla Regione, che sembra ignorare questa sua catastrofe».

Le associazioni non ci stanno – «La scrivente associazione culturale CeSMoT – è il testo dell’email inviata ieri, 31 luglio -, chiede al Dipartimento per la Mobilità un intervento presso Atac SpA al fine di revocare la decisione di sospendere l'esercizio sulla tratta Centocelle - Giardinetti della ferrovia in concessione Roma – Giardinetti, alla luce dei gravi disagi che tale decisione comporterebbe per i cittadini residenti lungo la Casilina. Si richiede inoltre l'apertura di un tavolo aperto anche alle associazioni insieme a Regione Lazio, Agenzia Roma Servizi per la Mobilità ed Atac per discutere del futuro della ferrovia e dei progetti di ammodernamento». «L’attività di affissione [dei volantini ndr], seppur illegale – spiega Andrea Tortorelli del blog Sferragliamenti sulla Casilina - è sintomo che la cittadinanza non è disposta l'ennesimo sperpero di denaro pubblico. Gli autobus 50, 105, 106 sono molto più costosi da mantenere, inquinano e trasportano un terzo delle persone rispetto al treno. Non ha senso sopprimere un'infrastruttura su ferro in una città carente di servizi come Roma. Farcire la Casilina di autobus non è cura del ferro. E' un crimine». Sul piede di guerra anche l’Utp Roma: «Il bus 105 è un doppione della Ferrovia Roma-Giardinetti, salvo i 700 metri mancanti per raggiungere Piazza dei Cinquecento. Continuare ad esercitare il 105 significa distogliere vetture e conducenti da quartieri meno infrastrutturati. Noi proponiamo di sostituire il 105 con il 105H, linea esatta ad orario come il 590H, per il trasporto dei disabili e di prolungare alla Stazione Ferrovie Laziali una delle linee attestate a Piazza dei Cinquecento, a coprire i 700 metri mancanti. Per l’utenza che non ha destinazione Termini ma prosegue con altre linee si sposta solo il punto di scambio. La linea da prolungare viene individuata nel 92, in considerazione delle alternative già esistenti: per l’utenza diretta in centro ci sono il 70 e il 71, come pure per il Tiburtino; per S. Giovanni-Colosseo-Piramide c’è il 3. Quel che va aggiunto è un collegamento verso Piazza Fiume e il quartiere Salario, quindi il 92».
 
La bordata del M5S Capitolino - «Ancora una promessa mancata da parte del Sindaco Marino, che, Mafia Capitale a parte, non perde occasione per dimostrare di non essere all'altezza del governo della città di Roma. A pag. 18 delle linee programmatiche presentate dal Sindaco in Assemblea Capitolina a Luglio 2013 si leggeva infatti, "rilanciamo la cura del ferro". Apprendiamo invece esattamente l'opposto, ovvero che nelle prossime settimane verrà definitivamente dismessa la ferrovia Roma-Giardinetti, nonostante ad Aprile 2015 venne approvato in Aula un atto del MoVimento 5 Stelle che impegnava Assessore e Sindaco a rilanciare tale fondamentale infrastruttura. L'aspetto assurdo è poi che la ferrovia verrà sostituita da linee di autobus, quindi maggiori costi ambientali e di manutenzione. Un'operazione del genere non ha eguali in Europa. Si è persa un'occasione (l'ennesima) per aumentare l'offerta di trasporto pubblico su ferro della città, sarebbero, infatti, bastati pochi investimenti per rilanciare la ferrovia Roma-Giardinetti, magari deviandola per arrivare a Tor Vergata collegando cosi la Metro C con la Metro A e dotando la seconda Università e il Policlinico di collegamenti rapidi ed efficienti».
Tor Bella Monaca in rivolta – Sempre ieri si è svolta una manifestazione, spontanea, in viale Quaglia, alla quale hanno partecipato anche diversi disabili del Sidi (Sindacato Italiano Diritti Invalidi). Nocciolo della questione la sostituzione del 057 con la linea 107, che ha frequenze infinite e che non consente un rapido collegamento con la Casilina. «La soppressione dello 057 e la sua parziale sostituzione con il 107, - ha dichiarato ai microfoni di RomaToday, Valter Palombi, responsabile del Centro Studi Smart City della Lista Marchini - così come la soppressione della linea Termini-Giardinetti, contribuiscono a penalizzare le periferie del VI Municipio, già aggravate da tanti problemi sociali. Noi ci opponiamo a questa scellerata politica del taglio dei trasporti pubblici e proponiamo soluzioni semplici ma radicali per restituire ai romani il diritto alla loro mobilità». Alé.



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