#RomaTpl, Confederali sotto accusa

Autisti del Consorzio di nuovo sul piede di guerra, dopo l'accordo siglato dai Confederali sulla Cassa Integrazione


Clima di nuovo incandescente nel Consorzio Roma Tpl scarl, che gestisce per conto di Roma Capitale il 20 per cento delle linee periferiche: «Dal blocco di novembre scorso – si sfoga un autista – la situazione è la stessa, forse anche peggiorata». A inasprire il clima l’accordo siglato, a inizio aprile, dai Confederali in Regione Lazio che autorizza la cassa integrazione. 

«Ancora uno scandalo a Roma», recita la missiva che sta circolando in questi giorni nei depositi, «dopo Mafia Capitale, dopo Parentopoli, Sindacopoli». E giù una sequela di considerazioni, talune forti, soprattutto nei confronti della CIGIL, della CISL, della UIL e dell' UGL, perché, secondo gli autori del documento, rimasti anonimi, sono «corrotte in Roma Tpl, azienda privata con soldi pubblici, quindi scandalo che pesa sulle tasche dei cittadini romani».

Il contenuto della lettera, inviata al Commissario Tronca, al Prefetto Gabrielli e al Sub-
commissario Taucer, è pesante. Si accusano, esplicitamente, i Confederali di aver ricevuto un trattamento compiacente da parte dell’Azienda, «carriere facili (parametri), superminimi, stipendi pagati senza lavorare un solo giorno all’anno» e, sulla falsariga di quanto accaduto in Atac SpA, «Parentopoli, assunzioni di fratelli, figli, ex-consorti dalle carriere fulminanti».

«Tutto ciò – si legge ancora – a scapito dei lavoratori condannati da due anni a questa parte, a contratti di solidarietà, mancati stipendi, perdita di 2500 euro annue (frutto della sospensione del PDR e ERG) e futuri ed ingiustificati licenziamenti. Nonostante i 140 esuberi siano inesistenti, è stato firmato da questi sindacati l’ultimo scempio, autorizzando la cassa integrazione per 71mila ore, sottraendo alle casse pubbliche circa 700mila euro. Adesso basta, bisogna porre fine a questa mafia, non vogliamo più essere tutelati da questi sfruttatori che pensano solo ai loro interessi».

Infine si rivolgono agli organi istituzionali. «Siete a conoscenza del problema da novembre. Che fate? E i futuri candidati politici intendono continuare a penalizzare le tasche dei cittadini romani e le famiglie dei lavoratori per tenere in vita sindacalisti ed imprenditori corrotti». Si aspettano le risposte. Alé.
  David Nicodemi

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