Caos #romatpl, proteste e corse soppresse

Picchetti nelle rimesse del Consorzio e poche vetture in servizio. E' il caos. Stamane nuovo incontro per cercare una soluzione, sempre più lontana

Serrata notturna in via Raffaele Costi, davanti alla sede centrale di Roma Tpl. Il personale, sfiancato dalla drammatica situazione, ha iniziato a riunirsi verso sera, in segno di protesta, «sono due mesi che aspettiamo pazienti», si sfoga un autista, «abbiamo lavorato e ci hanno rifilato solo un acconto. Abbiamo famiglia, figli e bollette da pagare». Sono arrivati addirittura ad incatenarsi al cancello, sventolando cartelli del tipo «siamo alla fame». Come dargli torto, hanno lavorato, «girato la ciambella», ma dello stipendio, sacrosanto, nessuna traccia.

Tornare indietro è impossibile, il sistema è saltato, a causa della gestione, opinabile, del Consorzio, ormai triturato da una profonda crisi finanziaria. Tuttavia, nella direzione non si sono dati per vinti e il 30 aprile, col comunicato numero 7, hanno assicurato «che nella prima decade di maggio la Società possa ricevere le risorse economiche adeguate e sufficienti a soddisfare e garantire tutti gli stipendi obblighi verso il personale», e consigliato, pertanto, di «evitare situazioni e contesti che possano compromette la regolarità dell’esercizio» onde «pregiudicare gli stessi diritti ed aspettative dei lavoratori tutti». Un chiaro tentativo per soffocare ogni sorta di protesta, finito, inevitabilmente, in fondo al water.

Lunedì pomeriggio, nel tavolo convocato d’urgenza in Prefettura, i nodi sono venuti al pettine, la Società è stata costretta a calare la maschera, davanti al sub-commissario di Roma Capitale Ugo Taucer e alle Organizzazioni Sindacali, ammettendo che i 22milioni, conguaglio del 2014/2015, sarebbero finiti alle banche per le fatture pregresse e al Gruppo Menarini, che ha avanzato un’azione di pignoramento per 20milioni di euro. 

«Il punto di non ritorno è arrivato», commenta Renzo Coppini, il segretario regionale del Sul, «con il loro silenzio assordante le varie Amministrazioni, che si sono succedute, hanno permesso che si compiesse questo scempio. Nonostante le nostre continue segnalazioni relative alle inadempienze delle Aziende Roma Tpl e Consorzio nei confronti dei lavoratori, si è consapevolmente lasciato correre senza intervenire per arginare una situazione che si faceva giorno dopo giorno sempre più drammatica. Qualcuno deve intervenire». Coppini ha anche auspicato la risoluzione dell’affidamento e il reintegro dei servizi in Atac SpA con «l’assorbimento del personale di RomaTpl». Idea rilanciata da Paolo Ventura del Fast Confsal, «non ci ho più le condizioni industriali e finanziarie che consentirebbero nei prossimi mesi la regolarità nei pagamenti delle retribuzioni ai lavoratori. La scrivente chiede all’Anac un intervento risolutivo sia verso il Comune di Roma che verso Roma Tpl, affinché verifichi se esistono i presupposti normativi alla risoluzione del Contratto di Servizio con affidamento anche temporaneo ad altri operatori in attesa di svolgere nuove procedure di gara pubblica. Si chiede – continua Venura – di valutare se l’affidamento temporaneo potrebbe essere assegnato ad un player del Tpl come Atac SpA o altri che possano garantire le necessarie clausole sociali di salvaguardia per tutti i lavoratori interessati».

Da qui la protesta messa in atto dei dipendenti, iniziata ieri sera e andata avanti per tutta la notte. Al picchetto, uno organizzato in via Raffaele Costi, sede centrale di Roma Tpl, l’altro alla rimessa di Maglianella, hanno partecipato soltanto il Sul e lo stesso Fast, le altre sigle sindacali, invece, UGL, CGIL e FAISA si sono dati clamorosamente alla macchia. «La loro assenza è gravissima», confida un dipendente, «ci hanno abbandonati al nostro destino». Emblematico l’azione, estrema, di Massimo, un autista, che si è incatenato al cancello del deposito. Le immagini del gesto sono diventate virali in poche ore.


Alle 7 è previsto un nuovo incontro. Sarà una giornata all’insegna dei disagi per gli utenti, sono sostanzialmente poche le vetture che al momento sono uscite dalle rispettive rimesse per svolgere l’odierno servizio: una manciata da Costi e nulla sia da Maglianella che dal deposito della consorziata Mei. Dal cappotto si sono salvate soltanto le ditte Troiani e il Sap. Alé. 

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