Atac lascia gli autisti senza toilette
Sono rimasti senza servizi igienici, i conducenti in servizio sul 64. O meglio, i bagni ci sarebbero pure, a essere sinceri, ma sono diventati a pagamento
Sono rimasti senza servizi
igienici, gli autisti Atac,
comandati sulla Linea 64. O meglio,
i bagni ci sarebbero pure, a essere sinceri, ma sono diventati a pagamento, 1
euro a sciacquone. Le alternative sono essenzialmente due, trattenere i
bisogni, con le inevitabili ricadute sulla salute, oppure fermarsi al primo bar
di Corso Vittorio, opzione però che potrebbe comportare una sanzione
disciplinare.
Succede nella Roma millenaria, all’ombra
del Cupolone, maestoso, protagonista
l’emblema delle linee di superficie, il 64, che ogni giorno, insieme alla Metro A, accompagna, spedita, migliaia
di turisti a San Pietro, nel cuore
della cristianità. Percorrenze risicate e ritmi pressati, arrivi e partenze spesso
a «battimuro» - tipica espressione degli autoferrotranvieri -, queste le
caratteristiche, rese ancora più aspre dalla conclamata penuria di vetture
funzionanti a disposizione.
Fino a qualche mese fa, i
conducenti, giunti al capolinea di San Pietro, fruivano della toilette dell’omonima
stazione ferroviaria, facile da raggiungere. Ora la situazione è ben diversa, Trenitalia e Grandi Stazioni hanno dismesso quei bagni, tanto comodi, e
trasferito il servizio all’interno della stazione. L’impianto è luccicante e
funzionale, nulla da eccepire, ma si deve pagare, e a caro prezzo, come nel
resto degli impianti FS di una certa
importanza. Un euro a prestazione, anche per gli autisti Atac in servizio. Un’esagerazione.
Altre possibilità non ce ne sono,
nei dintorni della stazione. Del resto l’Azienda ci ha messo del suo, non ha
mai dotato il capolinea di bagni per i propri dipendenti, a danno soprattutto
delle autiste, o raggiunto un accordo con le Ferrovie per l’utilizzo dei loro impianti
igienici. Il problema è serio, considerati i ritmi del 64, il tempo necessario
per raggiungere il capolinea di Termini e il fatto che trattenere la pipì può
far insorgere infezioni a carico dell’apparato urinario, guaribili con una
terapia antibiotica. Alé.
David Nicodemi
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