Incidente Linea B, lacunosa la versione dell'assessore Meleo
La delegata ai trasporti capitolini cade di nuovo nella trappola della comunicazione. La sua versione dell'incidente non ha convinto nessuno
Fortuna ha voluto che l’assessore
ai trasporti Linda Meleo dicesse la
sua, nuovamente, sull’assurdo e grave incidente avvenuto giovedì pomeriggio, 20
ottobre, in Linea B, dove un treno
si è perduto l’anta di una porta in corsa. E quando Linda parla, o meglio
scrive, e rigorosamente su Facebook, il suo canale istituzionale (mah!), riesce
sempre a stupire.
«Ho chiesto aggiornamenti», ha
esordito, «alla commissione d’inchiesta che Atac ha avviato su quanto accaduto oggi [giovedì ndr] nella
metro B. Da una prima ricostruzione sembrerebbe che qualcuno abbia azionato
intempestivamente la leva di emergenza. Questo ha causato la fuoriuscita delle porte di circa 5 cm rispetto
la ‘sagoma’ del vagone. Una delle ante, fuoriuscendo, ha incontrato un ostacolo
– verosimilmente la banchinetta di emergenza – e per questo si è staccata.
Non si è trattato quindi – ha concluso - di un problema legato alla
manutenzione, ma ho comunque chiesto ad Atac che sia avviata una revisione
delle porte dei treni delle metro così come già fatto per la Roma-Lido». Una
nuova supercazzola, in pure stile
Atac, che la Meleo ha fatto sua, evidentemente è votata al martirio.
Sui convogli delle MB del 1990,
che rispettano gli standard dei convogli di tipo metropolitani, esistono due
dispositivi, «allarme» e «emergenza porte». Non vi è alcuna «leva di emergenza»
o «freno di emergenza», come l’assessore aveva scritto e poi corretto. Il primo
dispositivo, «provoca nella cabina di guida attivazione di una suoneria»,
recita il Regolamento Circolazione Treni all’art. 19 comma 8, «oltre
all’accensione della spia rossa ubicata all’esterno della vettura interessata,
senza determinare la frenatura del convoglio». L’altro, invece, consente lo
sbocco pneumatico della porta: per ottenere la completa apertura, infatti, è
necessario intervenire manualmente, spingendo le ante e facendole scorrere
lungo le guida.
Ma l’apice lo ha raggiunto nella
frase successiva, «una delle ante, fuoriuscendo, ha incontrato un ostacolo –
verosimilmente la banchinetta di emergenza – e per questo si è staccata». È
praticamente impossibile che possa verificarsi quanto dichiarato, per una serie
di ragioni tecniche che, molto probabilmente, la Meleo ignora. Se ne sarà resa
conto? E una delegata del Sindaco, può permettersi certe sparate?
Per «sagoma limite si intende l’ingombro
massimo che ha un locomotore – treno – vagone o carro, ovvero le dimensioni
minime di passaggio libero sulla rete ferroviaria. Questo limite/ostacolo è
appunto il contorno che deve essere mantenuto libero al passaggio dei treni
ovvero all’utilizzazione della linea, in quanto i treni non possono deviare
dalla loro linea di percorso (la via ferrata / rotaia) e pertanto non possono
evitare eventuali ostacoli fissi presenti sulla rete». Il principio, che si
riferisce agli standard classificati dall’Unione Internazionale delle Ferrovie
(UIC), trova la sua applicazione
anche nelle ferrovie metropolitane, come la Linea B. Perciò nella sagoma limite
sono calcolate le sporgenze derivate dagli specchietti, che si trovano a 18 cm
dalla vettura, per esempio, oppure lo spazio occupato dalle porte aperte, i
famosi «5 centimetri», e quello degli ostacoli fissi.
Anche le banchinette, o camminamenti
di emergenza, che si trovano in ogni galleria, sono state installate nel
rispetto della «sagoma limite». Tant’è che sono più basse delle banchine presenti
nelle fermate/stazioni e hanno il bordo che si trova a circa 15 centimetri dal
profilo dei rotabili. Questo per evitare qualsiasi tipo di contatto. Fanno
eccezioni i camminamenti della diramazioni B1
che, costruiti secondo le nuove disposizioni in materia, sono larghi 70
centimetri e consentono l’evacuazione dei diversamente abili in carrozzina.
La strampalata ricostruzione della Meleo, viene smontata anche dal servizio pubblicato da Meridiana Notizie
il 29 luglio 2015, che mostra come un convoglio
della Linea B, nello specifico un treno di tipo CAF, possa circolare
tranquillamente in galleria con una porta spalancata.
L’assessore
si è sbrigata nel dire che non si è verificato nessun «problema legato alla manutenzione», cambiando
toni e versione rispetto al post che aveva pubblicato qualche ora prima: «tre
passeggeri, durante i momenti di concitazione, sono rimasti contusi. Questo è
inaccettabile per noi. Per questo sin dal primo giorno del nostro insediamento
abbiamo denunciato l'eredità che ci hanno lasciato e stiamo cercando risorse
per recuperare questo enorme gap manutentivo».
Da una certezza a un'altra certezza. Com'è possibile? Cos’è successo in quel lasso di tempo? Con chi ha parlato? E come
ha potuto escludere un eventuale problema di manutenzione? Quali
elementi ha trovato? E, soprattutto, come ha fatto,
visto che la commissione di inchiesta si era appena insediata? Che l'assessore avrà voluto salvare le chiappe di qualcuno sul serio? Ai posteri l’ardua
sentenza. Alé.
David Nicodemi
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