Roma-Lido, la capotreno merita l'encomio
Andrebbe premiata la dipendente Atac che ha deciso di proseguire la corsa, nonostante la vile aggressione perpetrata nei suoi confronti. L'ennesima.
È ferita e ancora sotto shock, la
giovane capotreno della Roma-Lido che
questa mattina è stata, suo malgrado, aggredita. È l’ennesimo episodio,
deplorevole, perpetrato ai danni di un lavoratore Atac in servizio sulla linea dei «dannati», così è stata
ribattezza, nonostante la sua importanza.
Il fattaccio si è consumato alla
fermata di Tor di Valle, intorno
alle 8 e 45. È stato un attimo, questione di secondi, uno scatto d’ira che si è
materializzata col pugno tirato sul volto della capotreno, 31 anni, attraverso
il vetro laterale della cabina del macchinista, andato in frantumi. Una
violenza inaudita. A compiere il folle gesto, un ragazzo impossibilitato a salire
sul treno appena giunto da Ostia, riferisce il blog «Odissea Quotidiana». La vettura, un CAF, straboccava, la corsa
precedente è saltata, forse per guasto o forse perché il numero dei materiale
in circolazione è inferiore rispetto agli orari programmati. Come al solito. Da
qui l’attesa infinita alla fermata e la rabbia, tanta rabbia, sfogata contro
chi non ha responsabilità e subisce, quanto i pendolari, lo stress derivato dalle
penose condizioni in cui la Roma-Lido da tempo si trova.
Momenti di panico, sembrava l’inizio
di un lungo travaglio che avrebbe comportato l’interruzione del servizio per
qualche ora. Invece no, e solo grazie alla tenacia di quella stessa capotreno che,
seppur dolorante, ha suggerito al collega macchinista di proseguire. «Davvero
te la senti?», «sì andiamo» gli ha risposto, «non peggioriamo la situazione».
Del mascalzone nessuna traccia, «si è dileguato lungo i binari», avrebbe detto
una passeggera. Vigliaccamente.
Il treno, danneggiato, ha
terminato la corsa a Magliana, dove è stato evacuato. La dipendente, invece, è
stata soccorsa a Porta San Paolo dai sanitari del 118 e condotta,
successivamente, al Pronto Soccorso del San Camillo per trauma facciale e
alcuni tagli sul viso. «È ancora in forte stato di shock», riferisce Atac, che
aggiunge: «Tali comportamenti violenti, oltre ad essere intollerabili,
danneggiano il servizio e il patrimonio pubblico, e quindi i cittadini-utenti.
L'Azienda esprime inoltre solidarietà alla lavoratrice ferita mentre svolgeva
il suo lavoro al servizio della comunità». «È l’ennesima dimostrazione», tuona
il macchinista Alessandro Neri (Faisa-Confail) su Facebook, «che la
sicurezza è una parola, usata solo per riempirsi la bocca. Ora basta. La
politica e i vertici aziendali facciano il loro, noi, come Sindacato, faremo il
nostro».
E nel ringraziare la capotreno, Odissea
Quotidiana ricorda che «occorrono più, occorre aumentare le corse. Poteva
capitare un incidente più grave. Stiamo andando al lavoro, solo al lavoro. Una
cosa semplice, semplice. Ma forse non così tanto…».
Questo Blog propone,
ufficialmente, all’Amministrazione
Comunale e all’Atac di premiare con un
encomio la dipendente aggredita. Ha dimostrato senso civico,
responsabilità, la sua decisione ha evitato ulteriori ritardi sia ai numerosi
utenti che all’esercizio ferroviario. E non è poco, visto che aveva il
sacrosanto diritto di voltarsi dall’altra parte e lasciare tutti in maniche di
brache. Azienda compresa. Alé.
David Nicodemi
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