Treni storici, ultimo atto. L'Atac (pentastellata) non dermorde
Il Comitato TSRL propone di sostituire le carrozze da conservare, ma l'Azienda non sembra essere interessata. A rischio il progetto de Il Treno della Tuscia?
La vicenda dei convogli storici è
tutt’altro che chiusa, c’è ancora uno scoglio da superare e riguarda,
specificatamente, le vetture della ferrovia Roma-Viterbo da conversare per il Treno della Tuscia. L’Atac sarebbe
intenzionata a salvare pezzi che, in realtà, sono dei veri catenacci: spolpati,
vandalizzati e tecnicamente incompatibili tra loro. Una mossa che non consente
alcun tipo di recupero e che mette di nuovo in difetto la maggioranza
capitolina – pentastellata -, rispetto agli impegni presi nel votare la mozione
Celli.
Secondo le indiscrezioni dell’ultima
ora, l’Azienda vorrebbe salvare dalla fiamma ossidrica 4 pezzi: il locomotore
01, la carrozza salone (59), l’elettromotrice n. 25 a comando
indiretto, e la rimorchiata semi-pilota n. 80 a comando indiretto. Numeri che, sembra
una fesseria, possono o meno consentire di ripristinare il treno storico sulla
Viterbo, volano del turismo dell’entroterra, anima dell’azione del Comitato TSRL,
dei Comuni e della stessa mozione. E con questi numeri, è bene dirlo subito, non
si va da nessuna parte, è impossibile attuare qualsiasi progetto di recupero. E
l’Azienda lo sa.
Vada per il locomotore e per la
carrozza salone, pezzi unici, ma non si può dire lo stesso per le restanti vetture
che sarebbero state inserite nella lista bianca. Che sono dei bidoni. L’elettromotrice
25, ferma dagli inizi degli anni 2000, è stata completamente scarnificata della
parte elettromeccanica, che è servita per mandare avanti le altre motrici TIBB in servizio, tra cui la 22 e 26, tutt’ora in forza al deposito di Catalano per le manovre. Altro capitolo merita la rimorchiata semi-pilota
80, radiata intorno al 2010 e brutalmente vandalizzata, che, date le modifiche
subite in occasione delle Olimpiadi del ’60, ha perso originalità e valore
storico. Inoltre, è dotata del comando indiretto, perciò incompatibile
sia con motrici TIBB sia col locomotore, che sono, invece, a comando
diretto.
Da qui la richiesta del Comitato
TSRL: “Nella nota inviata il 21 aprile, abbiamo proposto di salvare”, spiegano,
“le vetture 52 e 74, che conservano gli interni
originali del 1932, oltre ad essere in buono stato di conservazione, demolendo
al loro posto la vettura 25, motrice completamente spogliata e irrecuperabile,
oltre ad essere gemella di due elettromotrici già tutelate, e la vettura 80,
rimorchiata ricostruita che ha perso la sua conformazione originale e il suo
valore storico”. Appello rimbalzato sul sito del ComitatoPendolari RomaNord, cui sta a cuore anche la memoria storica, ripreso
da IlMessaggero e nella lettera congiunta firmata dalla Sindaca di Sant’Oreste Valentina Pini, dal Presidente dell’Unione Comuni Valle del Tevere – Soratte Silverio De Bonis, dalla Consigliera Capitolina Svetlana Celli e dal Consigliere
Regionale Gianluca Quadrana. “Nell’apprezzare lo sforzo e la sensibilità
dimostrata dalla Soc. Atac SpA”, recita il documento, “si suggerisce di
prendere in considerazione l’istanza avanzata dal Comitato TSRL che, nella
fattispecie, chiede di conservare le rimorchiare 52 e 74, già utilizzate per la
composizione del Treno della Tuscia, anziché le vetture 80 e 25”. Atti che
sarebbero già nelle mani dell’assessora Città in Movimento Linda Meleo, del presidente della
commissione mobilità Enrico Stefàno,
dei vertici della Regione Lazio e
quelli di Atac.
Domani, 24 aprile, iniziano le manovre
alla stazione di Viterbo, per effetto della D.O. n. 97 del 21/04/2017 firmata dal Direttore di Esercizio Nicastro – prendere nota -. La
figuraccia per il MoVimento è dietro l’angolo, non va dimenticato che queste
vetture sono protette per legge - Codice
dei Beni Culturali, D.Lgs n. 42 del 21/01/2004 –, e la legge deve essere
rispettata, anche dall’Atac, volente o nolente. Alé.
David
Nicodemi
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