Atac, la Quintavalle fulmina la Raggi
La leader del sindacato M410 non gliele manda a dire: "La Meleo sta a Del Rio come la Raggi sta a Renzi"
Nel braccio di ferro tra gli Autoferrotranvieri italiani e il
Governo, reo di aver eliminato il RD
148/31 e lasciato, di conseguenza, i lavoratori e il TPL in un vuoto
legislativo, gravissima (ir)responsabilità, si insinua con altrettanta veemenza
la polemica a distanza tra la leader del sindacato M410 Micaela Quintavalle
e la Sindaca di Roma Virginia Raggi.
«Il fatto che io porti al polso il braccialetto del MoVimento», attacca la pasionaria, «non mi esenta dal dire la
verità ai cittadini. E la verità è che le dichiarazioni rilasciate sono
vergognose».
Galeotte le parole di Lady Virginia pronunciate ieri mattina,
domenica 2 luglio, in risposta all’inchiesta de Il Messaggero sugli autisti Atac
beccati al cellulare mentre
guidano. «Punizioni esemplari», avrebbe intonato la prima cittadina, «occorre
rispettare il Codice della Strada». Affermazioni che hanno scatenato l’ira
della Quintavalle, palesata nella diretta Facebook
scattata in serata, mentre aspettava al capolinea Partigiani,
invano, la vettura per prendere servizio. Un attimo di esitazione, «sono stata
ferocemente indecisa nel fare il video, però poi mi sono detta, io due pesi e
due misure non le voglio avere, non voglio tacere, sarebbe ingiusto», quindi
l’affondo, inevitabile, nello stile che la caratterizza, sincero, duro e
frontale. «È giusto punire chi utilizza il cellulare senza gli auricolari»,
sintetizza, «ma non viene spesa una parola sul lavoro degli autoferrotranvieri.
Se abbiamo un servizio scadente, invece che nullo, è solo grazie agli
autoferrotranvieri, che ogni giorno prendono il proprio autobus e escono,
nonostante ci siano molteplici problematiche, assumendosi le proprie
responsabilità». Che non sono poche.
Il siluro è partito. La canizza sui telefonini, «che aborro»,
la Quintavalle lo ripete all’infinito, dovrebbe essere sollevata altrettanto,
secondo la presidente di M410, sulle altre incongruenze, gravi e non, che farciscono
le vetture, le quali incappano alla stessa maniera nel Codice della Strada. Come darle
torto? «Dal fatto che siano forni crematori ai pneumatici lisci», spiega, «dal
fatto che non funzionano gli indicatori di direzione, e gli stop, ai
martelletti e a tutti i dispositivi di sicurezza, che sono in condizioni non
efficienti».
«Le dichiarazioni della Raggi sono indegne», va giù duro, «a
questo punto la Meleo sta a Del Rio come la Raggi sta a Renzi, non ci sono
mezze misure. Non si possono rilasciare dichiarazioni di questo tipo, perché viene
di nuovo armata la cittadinanza contro i lavoratori, contro chi sta qui a fare
i proprio dovere. Stiamo fuori dal mondo». Si sente tradita, tanto da
concludere il suo intervento con un lapidario: «Virginia Raggi non ci siamo
proprio». Alé.
David Nicodemi
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