Referendum Tpl, la rete impallina Giachetti. E la Raggi...
La scelta dell'esponente del Pd di appoggiare il Referendum radicale, manda su tutte le furie non solo i Lavoratori Atac simpatizzanti
Le polemiche non si placano intorno a Roberto Giachetti, esponente di punta del Pd, che domenica scorsa, insieme a Athos De Luca, ha organizzato un banchetto in sostegno del referendum consultivo promosso dai Radicali contro Atac e il trasporto pubblico romano. Univoco il coro della rete: «Siete più bugiardi del vostro Principale Matteo»; «cioè, prima avete ridotto Atac ad uno schifo assoluto ed ora volete privatizzarla? Ma anche no»; «Atac deve rimanere pubblica»; «giuro su Dio non vedo l'ora che arrivino le prossime elezioni, per rimediare ai miei errori».
Lo strappo è consumato, soprattutto
dopo che il canale Twitter ConduttoreMetrob (@Cond_metrob) ha messo a confronto
le dichiarazioni, passate e attuali, del candidato sindaco del centrosinistra, cosparse
di clamorose contraddizioni. «Non ho mai detto, mai, che vorrei privatizzare
Atac – diceva durante il ballottaggio -, tutt’altro: voglio un Atac forte,
pubblica e risanata». L’immagine è diventata subito virale, quasi 5000
condivisioni in poco tempo, del resto le parole hanno un senso compiuto, forse
non per tutti, e la «liberalizzazione del settore», paventata dai Radicali e
ora dal Pd romano, suona un po’ come «privatizzazione» della municipalizzata,
maciullata da un management per nulla accorto e politicizzato. Quello sì che, dato il disavanzo pregresso e
le condizioni del servizio, dovrebbe essere messo al bando e non di certo l’Atac,
in quanto società pubblica.
Inondata la pagina Facebook di
Giachetti: «perché non fate un referendum per privatizzare la politica?» gli
domanda Alessio A., «Pd=partito dimenticato» ironizza Daniel D., «da elettore
da rappresentante di lista – gli fa eco Raniero S. - e da chi ha creduto che il
PD avrebbe rappresentato I problemi degli italiani lei e i renziani sarete la
fine del PD». I messaggi sono a centinaia, «vieni a Cagliari per farti un'idea
di cosa vuol dire un vero servizio pubblico! Nei pullman ci puoi mangiare dalla
pulizia! Per non parlare di quelli elettrici, campioni!», «Giachetti, quando
parli di privatizzare Atac, spiega pure che il costo del biglietto e
dell'abbonamento triplicherà, che le vecchiette al Verano andranno in taxi, che
nelle vie dove c'è poca utenza il bus non passerà più, che le frequenze saranno
dimezzate perché dimezzato sarà il personale, che i bus avranno scarsa
manutenzione. Insomma, lo schifo che è oggi la Roma TPL sarà per tutto in trasporto», e ancora: «un referendum in
merito c'è già stato, ma gli è scomodo ricordarlo», «più falso dei soldi del
monopoli, dovrebbe ricordare cosa diceva in campagna elettorale».
Sul Referendum è utile
ascoltare stralci del confronto tra Alessandro
Capriccioli, Segretario dei Radicali Roma, e Massimiliano Balboni, dipendente Atac nonché attivista sindacale, andato
in onda nella trasmissione radiofonica "Manca solo il titolo" condotta da Valeria Biotti (101.5 FM di
Centro Suono Sport). Stupefacenti le incoerenze del Segretario, da
antologia: il «referendum è consultivo per cui non vincolante» ma «se dovesse
prevalere il SI, il servizio va a gara». Ma se è consultivo? Inoltre, «in periferia la raccolta firme sta
andando bene», «ma in periferia il servizio è gestito da RomaTpl, il privato»,
gli risponde secco Balboni. Capriccioli poi si confonde e parla di «Regio
Decreto del ’48», forse perché convinto che l’Italia sia ancora una Monarchia. Ma
questo, al di là dell’ironia, è un errore macroscopico che dimostra tutta la
sua ignoranza nel settore del Tpl italiano.
A inasprire il clima ci ha
pensato la Sindaca Raggi che, nell’intervista
rilasciata oggi, 25 luglio, a Il
Messaggero, e cioè al quotidiano che più di tutti ha massacrato il macchinista della Linea B nonché l’intera
categoria, è tornata a parlare dell’incidente a Termini. Sul «doppio-lavoro» afferma che «abbiamo avviato un
controllo serrato sulle autorizzazioni per chi ha un secondo lavoro» e sul fatto
che quel conducente mangiasse, come se fossero questi i mali delle
metropolitane, «ci saranno misure esemplari. Atac si è attivata immediatamente
con la sospensione e con le procedure di legge. Come dicevo, stiamo
intervenendo anche sul fenomeno del doppio lavoro dei dipendenti. Vorremmo
anche capire come mai finora nessuno si era mosso». Parole che sinceramente poteva
risparmiarsi, se davvero le interessa il futuro, pubblico, di Atac e dei trasporti romani. Ma non è la
prima volta che la sindaca dice una cosa e il giorno dopo fa l’esatto
contrario. Alé.
David Nicodemi
David Nicodemi
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