Campagna terroristica contro Atac. E sulla Metro B...
Qualcuno sta giocando con la pelle dei Lavoratori di Atac SpA (e dei cittadini), vien da pensare, altrimenti non si spiega
Qualcuno sta giocando con la pelle dei Lavoratori di Atac SpA (e dei cittadini), vien da
pensare, altrimenti non si spiega. Non si spiega perché a fronte dell’ammissione
al concordato preventivo, da parte della sezione fallimentare del Tribunale di
Roma, e dei 500 milioni di euro stanziati dal CIPE, di intesa col Ministero
dei Trasporti, per la ristrutturazione delle linee A e B della metropolitana,
continui una campagna martellante e terroristica, condita da scelte aziendali discordanti
col Campidoglio. Che, in varie occasioni, formali e non, ha chiesto l’aiuto
(supporto) del personale, in questa fase critica.
Che sovente l’Amministrazione Comunale sia ritardataria,
lacunosa e contraddittoria, e segnata per lo più da lotte fratricide, è un dato
di fatto, ma sulla scelta del concordato ha dimostrato coraggio e ragione da
vendere, ovviamente col beneficio di inventario, sia chiaro. Occorre
ammetterlo. Certo, cantare vittoria al primo step, dando per scontata la
riuscita dell’intera operazione, cosparsa di variabili più o meno difficili da
sormontare – difficili non impossibili -, sinceramente appare eccessivo,
però non si può neppure negare l’audacia del Campidoglio. E poi, al netto degli
interessi partitici, perché è di questo che si parla, quali sono le alternative
al concordato? Quali? La Legge Marzano
come per Alitalia? Quesiti ai quali
nessuno, piccolo inciso, ha saputo dare risposte esaustive. Un caso?
Allora che senso ha remare contro adesso? Qual è lo scopo?
Smontare l’operazione sul nascere e, successivamente, issare la propria bandierina?
Accaparrare iscritti o racimolare consenti alle elezioni? Cosa? Atac è una
grande Società, con un passato glorioso, che conta 12mila dipendenti e un indotto
entro quale ruotano all’incirca 30mila lavoratori con altrettante famiglie; un
microcosmo, equivalente a una cittadina italiana media. La sua importanza dovrebbe
far riflette e indurre i detrattori ideologici a placare gli animi, a
cooperare, a superare gli steccati politici (o sindacali). Lanciarsi in
sproloqui tendenziosi non serve a nulla, né ai Lavoratori né tantomeno ai
cittadini, che vogliono soltanto un servizio efficiente.
Al momento ogni appello sembra cadere nel vuoto e, infatti, con
cadenza quotidiana, si leggono e si odono dichiarazioni chiassose e dannose di
questo o di quell’esponente politico/sindacale, che servono solo a gettare
benzina sul fuoco. E dove non arriva la martellante campagna, ci pensa l’Azienda
a inasprire il clima – chissà perché-, contrariamente alla volontà del
Campidoglio.
È il caso dei quaranta rapporti disciplinari spiccati nei confronti di altrettanti macchinisti della linea blu, per la
storia dei parabrezza dei convogli MB. “Dalle
successive verifiche effettuate dal personale preposto”, recitano le
contestazioni, “il guasto da lei segnalato non veniva riscontrato, risultando
il materiale idoneo al servizio”. È stato ampiamente dimostrato coi video, impropriamente utilizzati dalla redazione de La Repubblica, altra storiaccia, che
quelle segnalazioni sono tutto fuorché prive di fondamenta: a scanso di
equivoci, è utile rivedere quanto immortalato e, in aggiunta, consultare le
disposizione UNIFER di merito. Che queste decisioni facciano parte della
strategia della tensione? Il dubbi salgono, anche perché la sindaca Raggi e l’Assessore Meleo più volte hanno chiesto un “aiuto”
al personale aziendale. “Se la Linea B dovesse chiudere in occasione dello
sciopero [di 4 ore del 29 settembre ndr]”, dicono al Coordinamento Conduttori Metro B “è per colpa del clima instaurato
da qualcuno e dalla latitanza della proprietà di far sentire il suo peso sul
management. Noi paghiamo in prima persona, con le multe, con i rapporti
disciplinari. Se sbagliamo li accettiamo. Ma perché se sbaglia qualche
responsabile, non paga mai?”. Ecco, perché? Alè.
David Nicodemi
David Nicodemi
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