Atac, la cura grillina alimenta il malcontento dei Lavoratori
Si sa, nella Città eterna tutto rimane immobile nei secoli. Lo stesso vale per Atac SpA, dove sono cambiate le Amministrazioni ma gli attori principali, quelli che decidono le sorti dell’Azienda e del TPL romano, sono rimasti ai propri posti
Si sa, nella Città eterna tutto rimane immobile nei secoli.
Lo stesso vale per Atac SpA, dove sono
cambiate le Amministrazioni ma gli attori principali, quelli che decidono le
sorti dell’Azienda e del TPL romano, sono rimasti ai propri posti, volente o
nolente. E saldamente. L’ascesa dei Cinque Stelle al soglio più alto del
Campidoglio, accompagnati dal popolo festante, aveva fatto sperare in un
cambiamento radicale: scelte condivise, maggior partecipazione della base, e
così via; insomma, una visione nuova di Roma, troppo
spesso maltrattata. Invece, l’idillio è durato poco, una manciata di mesi al
massimo, il sogno di molti romani si è infranto sugli scogli della realtà
quotidiana, così come i sogni dei Lavoratori della municipalizzata più grande e
indebitata di Europa. Peccato.
E così, nella Roma dei millenni, dentro e fuori le Mura
Aureliane, succede che la fulgida Amministrazione convalida, implicitamente, la
bozza di accordo sul Piano Industriale
di Atac, presentato dai vertici
aziendali alle Organizzazioni Sindacali; succede che il M5S avalla una ricetta
di salvataggio, la stessa che aveva fortemente contestato quando sedeva negli scranni
delle opposizioni di Palazzo Senatorio. Una ricetta lacrime e sangue, simile al Piano Industriale
del 2015, raddrizzato, e non poco, dall’ex-dg Marco Rettighieri, finito con l’essere cacciato dai democratici pentastellati.
Altra contraddizione.
In questo contesto lo scontro era inevitabile, anche perché
Atac ce la sta mettendo tutta per far incazzare i Lavoratori (ammonizioni, rapporti disciplinari et
ect.) che, sia chiaro, saranno gli unici a pagare a caro prezzo le incongruenze
commesse dai vertici in questi anni. Dai macchinisti agli autisti, passando per
gli amministrativi. Strappo che il Presidente della commissione Stefàno ha cercato di contenere, sconfessando - in parte e incredibilmente - la bozza propinata, durante l’intervista rilasciata
a Radio Cusano. Ma inutilmente.
La base si sente tradita, “di nuovo c’è solo lo spoil-system attuato nelle municipalizzate, ma solo per le figure apicali”, tuonano i dipendenti all’unisono, “quelle più remunerate. Il sottobosco dei vari dirigenti e quadri e funzionari è rimasto immutato. Era lì che si doveva intervenire e sostituire, o perlomeno attuare una rotazione efficace all’interno delle varie direzioni”. La polemica e la rabbia corrono sul web, come sulle pagine dei giornali, e, sicuramente, troverà sfogo nello sciopero di 24 ore di domani, venerdì 10 ottobre. Che paralizzerà Roma e lascerà a piedi migliaia di utenti. E questo grazie all’ottusità dell’Amministrazione e di Atac. Alé.
David Nicodemi
La base si sente tradita, “di nuovo c’è solo lo spoil-system attuato nelle municipalizzate, ma solo per le figure apicali”, tuonano i dipendenti all’unisono, “quelle più remunerate. Il sottobosco dei vari dirigenti e quadri e funzionari è rimasto immutato. Era lì che si doveva intervenire e sostituire, o perlomeno attuare una rotazione efficace all’interno delle varie direzioni”. La polemica e la rabbia corrono sul web, come sulle pagine dei giornali, e, sicuramente, troverà sfogo nello sciopero di 24 ore di domani, venerdì 10 ottobre. Che paralizzerà Roma e lascerà a piedi migliaia di utenti. E questo grazie all’ottusità dell’Amministrazione e di Atac. Alé.
David Nicodemi
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