Si farà il Treno della Tuscia? Si auspica di sì



Treno della Tuscia, tre parole che però vogliono dire molto di più: un’occasione per l’aumento di afflusso turistico

di Matteo Jarno Santoni (*)

Treno della Tuscia, tre parole che però vogliono dire molto di più: un’occasione per l’aumento di afflusso turistico, del quale beneficerebbero non solo gli enti gestori dell’infrastruttura ferroviaria, bensì favorirebbe la creazione di un indotto notevolmente ampio che comprenderebbe Enti Turistici Locali, alberghi, impianti di ristorazione, esercizi Commerciali vari .

A tutto questo si presterebbe ottimamente un’infrastruttura che c’è già, la ferrovia Elettrica Roma Nord (Roma-Civitacastellana-Viterbo); proprio tra queste parentetiche località si snoda il tracciato, poco minore di 102 km. Dopo la partenza sotterranea dalla “Stazione Flaminia”, come viene descritta sui disegni di archivio del 1931, la strada ferrata tocca per tutto il suo percorso scenari di incredibile interesse turistico a cominciare dai territori limitrofi al Soratte con il terminare a pochi metri dalla cinta muraria della Città di Viterbo le quali potenzialità turistiche sono ben note. Ma è nei piccoli centri tra Roma e Viterbo che la ferrovia potrebbe far scoprire al curioso viaggiatore una miriade di aspetti stupendi di un territorio che non si può certo definire come avviato dal punto di vista turistico.

A questo scopo, l’istituzione di un treno turistico composto da materiale rotabile d’ epoca, proveniente dalla dotazione originaria della ferrovia, sarebbe una oculata scelta ma a quanto pare gli interessi, da parte della Regione Lazio e da parte di Atac SpA,  sono ben differenti. Difatti, dopo il bando per vendita con obbligo di rottamazione abbiamo già perso quattro rotabili, nel maggio scorso, quando vennero trasportati a Corchiano per la riduzione volumetrica  e il conseguente smaltimento, tra queste la rimorchiata 74, con gli interni in legno e formica, originali e risalenti all’ entrata in servizio nel 1932.

Trascorso ormai un anno i pezzi superstiti erano stati così divisi: Locomotore 01, Elettromotrice E.C.D. 25, Rimorchiata Ex Salone 59 (Ex S101, Ex AC 59), Rimorchiata Pilota 80, ricoverati per fini di recupero presso la rimessa a due stalli di Viterbo e il restante materiale accantonato a Fabrica di Roma nel raccordo che congiungeva la stazione della Roma Nord con quella delle FFSS.

Un documento datato 5 giugno autorizza a procedere, identificando il materiale come privo di interesse storico-artistico individuato dalle norme di tutela, alla demolizione. La rimorchiata 80 ricoverata a Viterbo per un eventuale recupero rientra però nelle unità interessate da revamping nella prima metà degli anni 60’ e non presenta quindi le caratteristiche interne originali oltre ad essere stata modificata per essere accoppiata con le ECD 27-28-29-30 al fine di formare treni reversibili, pur essendo un pezzo interessante perché revampizzato dalle Officine di Catalano (Civitacastellana). A suo tempo tutto il parco rotabile rimorchiato fu dotato di condotte per l’accoppiamento come testimoniano vari testi e fotografie.

Ma con suddetto documento del 5/6/2018 si perderebbe altro materiale storico e fondamentale per la costituzione di un treno turistico, come le rimorchiate AC52 e C77, testimoni dei due gruppi di rimorchi. Il succitato documento esterna dalla rottamazione solo il carro pianale P306.

Il materiale originario della Roma Nord si è rivelato in più di 70 anni di servizio estremamente robusto, efficiente e, all’ epoca della costruzione, all’ avanguardia, progettato per un tracciato difficile dal punto di vista orografico; senza contare poi la storia della quale sono intrinseche quelle carrozze e quelle Elettromotrici, come tutto il materiale storico d’ epoca.

Recentemente si è visto un aumento esponenziale del turismo ferroviario, specialmente su rete FS, dove la Fondazione costituita cinque anni fa si occupa della preservazione di impianti e mezzi dal degrado e dalla demolizione, recente è la riapertura della spettacolare linea Avellino-Rocchetta S. Antonio, oppure, più vicino a noi, il recente treno turistico Roma Tiburtina-Montefiascone organizzato da RTVT e dal Comitato “Salviamo la Ferrovia Avezzano-Roccasecca”.

Anche sulle concesse si assiste a una domanda crescente di turismo ferroviario, testimone ne è la recente riapertura al traffico turistico di una delle più spettacolari linee della Sila, la Cosenza-S. Giovanni in Fiore, ora percorribile fino a S. Nicola Silvana Mansio.

Forse la Roma Nord è meno interessante di queste linee? Assolutamente no. Vedasi di provvedere al più presto altrimenti, quando sarà troppo tardi si rimpiangeranno le possibilità avute.

(*) Socio Federazione Italiana Modellisti Ferroviari e Amici della Ferrovia



Sottoscrivi la Petizione


Commenti

Post più popolari