Treno della Tuscia, le immagini della distruzione



Prosegue senza sosta il taglio del materiale rotabile della Roma-Civita Castellana-Viterbo del 1932, nell’imbarazzante silenzio della politica

Prosegue senza sosta il taglio del materiale rotabile della Roma-Civita Castellana-Viterbo del 1932, nell’imbarazzante silenzio della politica, più volte chiamata in causa con l’obiettivo di convincere Atac SpA a conservare le vetture necessarie alla composizione del Treno della Tuscia e a sostituirle con quelle che aveva accantonato a suo tempo presso il capannone di Viterbo, oltremodo logore e tecnicamente incompatibili tra loro.
Ogni appello è rimasto inascoltato, anche quello dei Sindaci e dei Comuni, la Società Capitolina non ha voluto sentir ragioni ed è andata avanti per la sua strada, imperterrita. Col tacito assenso della politica, manchevole e miope in egual misura, da un lato la Sindaca Raggi dall’altra Presidente Zingaretti. L’attore principale, essendo sia i convogli che l’infrastruttura di competenza della Regione Lazio. Meglio ribadirlo, non si sa mai. E il progetto di rimettere in piedi il Treno Storico della Tuscia, paventato da parte delle Associazioni e Comuni del territorio, sembra essere definitivamente compromesso, insieme all'idea di rilasciare la Tuscia e il viterbese mediante la formula del turismo ferroviario, che nella altre Regioni sta riscuotendo un incredibile successo. 
La distruzione si sta svolgendo sui binari in disuso della stazione di Corchiano, nascosta e immersa nel verde. Da qui alcuni interrogativi: dove e quando è stato pubblicato il responso della gara pubblica? Chi l’ha vinta? C’è poi un terzo quesito che in molti, in questi giorni, si stanno ponendo. È possibile svolgere tali operazioni direttamente sul posto?
Quest’ultima domanda, data la delicatezza dell’argomento, la rivolgiamo direttamente al Sindaco di Corchiano Paolo Parretti, il Comune dei Monumenti Naturali in provincia di Viterbo, risultato vincitore assoluto del Premio Comuni a 5 stelle, promosso dall’ Associazione Comuni Virtuosi, «dalla raccolta differenziata porta a porta alla tutela del paesaggio, l’acqua pubblica, il centro commerciale naturale».

Nel merito però, c’è da dire che il Verbale di Prescrizione nr 2 del 20/03/2017, redatto in ottemperanza alle disposizione del Tribunale di Viterbo e notificato dalla Guarda di Finanza di Civita Castellana alla Società Atac, recita: «I vagoni ferroviari, nello stato in cui si trovano sono da assimilare ai veicoli fuori uso (rifiuti speciali) indicati nell’art. 231 del richiamato D.lgs n. 152/2006, non disciplinati dal Decreto Legislativo 24 giugno 2003, n. 209 (rottami)». Il citato articolo 231 del Decreto legislativo chiarisce, al primo capoverso, che «il proprietario di un veicolo a motore o di un rimorchio, con esclusione di quelli disciplinati dal decreto legislativo 24 giugno 2002 n. 209, che intende procedere alla demolizione dello stesso deve consegnarlo ad un centro di raccolta per la messa in sicurezza, la demolizione, il recupero dei materiali e la rottamazione, autorizzato ai sensi degli articoli 208, 209 e 210. Tali centri di raccolta possono ricevere anche rifiuti costituiti da parti di veicoli a motore». Alé.         
     David Nicodemi  


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