Atac, la Procura scagiona gli autisti (e la Quintavalle). Celli: "Dimissioni"



La consulenza tecnica disposta dalla Procura "salva" i dipendenti. La capogruppo della Lista Civica tuona: "La città paga errori gestionali"

Diciamolo a caratteri cubitali, la consulenza tecnica della Procura di Roma «scagiona» autisti e operai di Atac. Le vetture, e non poche, sarebbero arrostite a causa della mancanza di manutenzione, nessun sabotaggio all’ombra di via Prenestina 45, con buona pace dei ricercatori sistematici di click che, negli ultimi mesi, hanno svomitazzato un po’ di tutto con l’evidente obiettivo di sputtanare l’intera categoria. Un vecchio vizio.

E alla lieta - e scontata - notizia, sparata ieri pomeriggio (11 settembre) da La Stampa, il primo quotidiano a parlarne, non è seguito alcun comunicato dell’Azienda o dell’Amministrazione Comunale, come ci si aspettava, anche solo per rincuorare i dipendenti della municipalizzata che, seppur infilzati come gli spiedini sulla brace, tanto per rimanere in tema, continuano a tirare avanti la carretta, garantendo la mobilità ai cittadini e gli introiti nelle casse aziendali.

Due righe di scuse sarebbero un obbligo morale, per coloro i quali si spezzano la schiena su probabili sedili, costretti a guidare, nell’asfissiante traffico romano, tra spunti e aggressioni, scassoni inquinanti. Ci vorrebbe un sussulto di dignità, invece della circolare sulle divise, altra bestialità, ma difficilmente si caverà un ragno dal buco. Comunque sia, i risultati emersi dalla relazione tecnica, disposta dall’aggiunto Nunzia D’Elia e dal pm Mario Dovinola, hanno, di fatto, implicitamente riabilitato i conducenti, ivi compresa la «scomoda» sindacalista Micaela Quintavalle, la cui posizione, a questo punto della vicenda, dovrà essere ampiamente rivista.

Dal Campidoglio, si fa sentire Svetlana Celli, capogruppo della Lista Civica #RomaTornaRoma, «Paolo Simioni, l'ad-dg-presidente di Atac voluto dalla Giunta Raggi, valuti seriamente le sue dimissioni», ha dichiarato nel comunicato stampa. «Non reggono più neppure le tesi di sabotaggio, almeno stando alla perizia depositata in Procura. L'assessore Meleo dovrebbe rivedere le sue posizioni e tornare in Aula. A luglio, infatti, rispondeva alla mia interrogazione sui roghi dei bus, tra l'altro mancando per due volte di seguito l'appuntamento, individuando la causa nella vetustà dei bus. Facile far ricadere la colpa sulle passate gestioni».

«Peccato», continua la capogruppo, «che a prendere fuoco sono anche mezzi di nuova generazione. L'assessora dovrebbe allora spiegarci come intende garantire a questo punto la sicurezza di lavoratori e passeggeri. Già che c’è potrebbe spiegare perché sia andata deserta la gara per acquistare 230 nuovi bus. O quale ricetta ha in mente la maggioranza per migliorare il servizio di trasporto pubblico a Roma, se ne ha, visto che nell'ultimo anno con il 16% di km in meno percorsi Atac ha perso 66 milioni di euro di investimenti, di cui 45 solo per l'acquisto di nuovi bus».

«Ce n'è abbastanza», conclude la consigliera Celli, «perché il Campidoglio tragga conclusioni sull'operato del management di Atac. Sembra invece che in Campidoglio ci si concentri solo su escopass e biciclette, con nuove ciclabili che forse ci saranno fra un anno, senza migliorare di una virgola il servizio pubblico. La città però sta pagando a caro prezzo errori gestionali e miopie politiche». Alé. 
    David Nicodemi

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