La Linea 515 inaugura la vendita dei biglietti a bordo. Ma restano i dubbi
Sarà la linea intercomunale 515 a inaugurare la vendita dei titoli di viaggio a bordo bus con prezzo maggiorato
Sarà la linea
intercomunale 515 (Metro Anagnina-Stz. FS Ciampino) a
proseguire la sperimentazione della vettura con tornello a bordo e ad
inaugurare, in concomitanza, l’altra sperimentazione messa in cantiere da Atac SpA, cioè la «vendita titoli di viaggio con
prezzo maggiorato sul bus». E questo da lunedì 17 settembre.
I biglietti che saranno venduti a bordo bus |
Com’è noto con «50
centesimi in più sarà possibile acquistare il biglietto singolo sul bus dotato
di tornello», ha spiegato l’Azienda nel comunicato del 14 settembre, «per l'occasione
Atac ha realizzato un titolo ad hoc con l'indicazione della maggiorazione di cinquanta
centesimi motivata dalla vendita a bordo. La sperimentazione serve ad Atac a testare
l'efficacia di questa soluzione e raccogliere informazioni per valutarne
l'utilità, anche relativamente al contrasto dell'evasione tariffaria». A
svelare, invece, l’identità della linea prescelta è la Disposizione Operativa 161 diramata sempre lo scorso venerdì: «Dal
17 al 23 settembre», recita il documento, «proseguirà la sperimentazione del
tornello a bordo bus sulla vettura Mercedes Citaro suburbano n. 8185 sulla
linea 515 della rimessa di Tor Vergata».
L’iniziativa è interessante,
e lo sarebbe stata ancor di più se Comune e Azienda avessero avviato in primis sperimentazioni similari per
circoscrivere il dilagante fenomeno dell’evasione tariffaria nella divisione
metroferroviaria. Che, pur garantendo maggiori gettiti nelle casse aziendali rispetto
alla superficie, continua a presentare falle mostruose nella controlleria. Specie
nelle stazioni/fermate impresenziate dal personale o dai vigilantes, i quali non
avendo la qualifica di «polizia amministrativa», meglio ricordarlo, non possono
in ogni caso svolgere il ruolo di «verificatori».
Salti dei tornelli
o delle paratie antintrusione, dipende dalla loro collocazione, trenini dietro
agli utenti intenti a timbrare o strisciare l’abbonamento, oppure, infine, apertura
dell’uscita di emergenza nelle deserte fermate della metro C, coi gabbiotti, nuovi e tecnologici, perennemente isolati.
Le titubanze e gli
interrogativi derivano da tali e incontrovertibili circostanze, al punto da affievolire
l’entusiasmo scaturito dalle sperimentazioni avviate. La cui attuazione, date
le condizioni odierne, andrebbe a incidere pesantemente sulle spese (installazione
tornelli e altri accorgimenti), sulla sicurezza e sulle percorrenze delle linee
esercitate. Al riguardo, immaginate a cosa accadrebbe qualora, giunto il bus in
fermata, magari traboccante, l’autista, poveretto, si mettesse a controllare tutti
i biglietti/abbonamenti e vendere i titoli di viaggio agli utenti sprovvisti. Perché,
attenzione, saranno i conducenti a occuparsene, la qualifica di «polizia
amministrativa» gli è stata conferita anche e soprattutto per questo.
Gli esiti sarebbero
fallimentari, così com’è conciata l’Azienda il «modello Londra», paventato dall’Amministrazione
nell’ennesimo slancio propagandistico, si rivela di difficile applicazione
nella Capitale. E allora, non sarebbe stato più congeniale iniziare la lotta
all’evasione – tra l’altro legittima! – dal metroferro, una certezza in termine
di entrate, invece di incunearsi in sperimentazioni che richiedono tempi
esageratamente lunghi? Perché cominciare dalla fine? È un po’ come montare il
depuratore soltanto a un affluente del Tevere. Cosa cambierebbe, nella sostanza?
Anche perché la
storia dei «ricavi aumentati del 5,6% rispetto ad agosto 2017 e del 4% rispetto
agli obiettivi di budget per un valore totale di circa 17 milioni e 560 mila
euro» regge davvero poco, per un semplice e noto motivo: lo scorso agosto è rimasto chiuso buona
parte del tracciato della Metro A (linea
col più alto numero di utenti in assoluto), e precisamente dal 31 luglio all’inizio al 3 settembre, onde consentire il
completamento del nodo di scambio di San
Giovanni. «Un sacrificio necessario», aveva dichiarato in quei giorni l’assessora
Linda Meleo, «che aumenterà le
potenzialità e le soluzioni di trasporto pubblico a disposizione dei
cittadini». Parentesi che sicuramente ha condizionato la vendita dei biglietti.
Alé.
David Nicodemi
David Nicodemi
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