Polveri MetroB, qualcosa non torna nelle inchieste del Corsera


Le inchieste del Corsera sulle polveri sottili in Metro B risultano incomplete nell'esposizione dei fatti

Le inchieste del Corsera sulle polveri sottili in Metro B, al netto dell’infelice «bravata» del rapper Gast, risultano palesemente incomplete nell’esposizione dei fatti. Sono stati trascurati i programmi di depolverizzazione/lavaggio attuati da Atac SpA in questi anni, che hanno contribuito a rendere l’aria respirabile nelle sotterranee, esposte all’inquinamento indoor. Una lacuna che non passa di certo inosservata, anche perché le informazioni snocciolate hanno messo in allarme utenti e lavoratori.

Va subito esplicitato che il «treno pulitore» è fermo dal 2009 nel deposito/officina di Osteria del Curato, in seguito a un incidente avvenuto in Linea A, e che, inoltre, contrariamente a quanto riportato sempre nell’articolo di ieri, 18 settembre, l’Azienda capitolina non ha provveduto ad acquistare un «un nuovo mezzo» aspiratore. Tra l’altro la storia di quel convoglio è complessa, tuttavia la sua oggettiva utilità, per farla breve, termina nel 2014, con l’assegnazione della gara d’appalto, concernente la pulizia delle gallerie, alla società di servizi TecnoFer SpA con sede in Mantova. Per un valore di 5 milioni di euro.



Per soddisfare al meglio il contratto quadriennale (2014/2018), la società mantovana ha impiegato convogli attrezzati realizzati in proprio, uno per l’aspirazione del macro e microsporco delle sedi metroferroviarie l’altro per il lavaggio meccanizzato. Il lavoro veniva poi completato con il «lavaggio puntuale», eseguito con lance a pressione sulle volte metalliche delle fermate/stazioni, con l’obiettivo di abbattere il più possibile le polveri sottili e ultrasottili. In sostanza, negli ultimi 4 anni la Metro A è stata «lavata» per tre volte e aspirata per sei, mentre la Metro B è stata lavata e aspirata per 3 volte ogni anno. I risultati furono soddisfacenti. Secondo le stime sarebbero state raccolte infiniti quintali di sporcizia, tra macrosporco, polveri e sabbia silicea, quella scaricata dai treni durante le frenate di emergenza.  

Scaduto il contratto, qualche mese prima del previsto, il 15 novembre 2017 Atac ha avviato la «procedura negoziata plurima senza bando per le attività di lavaggio delle gallerie delle metropolitana linea “A” e “B-B1”, da esperire con il sistema dell’e-Procurement», per un valore di 415mila euro. Un appalto ponte, della durata di 8 mesi circa (febbraio-ottobre 2018), aggiudicato a ribasso alla società Segnal System srl, che ha permesso all’Azienda di concludere le lunghe procedure di gara per il nuovo affidamento quadriennale del «servizio di depolverizzazione e lavaggio delle gallerie metroferroviarie» per un valore di 8milione e 500mila euro a base di gara. Servizio che ricopre completamente le attività per mantenere salubri le gallerie.

L’Azienda Capitolina, con le sue criticità economiche, è riuscita comunque ad assicurare una continuità dell’opera di pulizia, tenendo sotto controllo, con interventi mirati, la questione delle polveri. Appare evidente, date le rimostranze dei lavoratori e l’attenzione dell’opinione pubblica, che per rispettare i riferimenti normativi, Atac e Roma Capitale dovrebbero impegnarsi con lo studio e lo sviluppo di nuove tecnologie nonché con il controllo costante, attraverso enti certificati, della qualità dell’aria, al fine di garantire quei valori ambientali che consentono la vivibilità dell’infrastruttura metropolitana. Alé.
     David Nicodemi

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