Vertenza ROMATPL, ultima chiamata alla Società e al Campidoglio (latitante)


Si infiamma la vertenza, l’ennesima, del personale della RomaTPL e del Consorzio COTRI, suo socio paritetico


Si infiamma la vertenza, l’ennesima, del personale della RomaTPL e del Consorzio COTRI, suo socio paritetico, rimasta appesa a un filo, in attesa di un segnale distensivo in special modo da parte dell’organo deputato al controllo, cioè l’Amministrazione Comunale. Sul piede di guerra le Organizzazioni Sindacali, consce della drammaticità della situazione, che si sono fatte sentire aprendo quasi simultaneamente le “procedure di raffreddamento e di conciliazione", previste dalle normative vigenti. Che, se non soddisfatte, potrebbero dar vita a una nuova stagione di scioperi e blocchi del servizio, com’è accaduto lo scorso anno. Con buona pace degli abitanti della periferia romana.

I diretti interessati si dicono “sdegnati” e “delusi”, soprattutto nei confronti di chi, nel MoVimento capitolino, aveva sposato la causa durante la campagna elettorale, paventando soluzioni rapide e indolori, rimaste poi lettera morta. In realtà qualcosa è successo, e, specificatamente quando, a maggio dell' anno appena trascorso, il Campidoglio ha concesso, con un blitz nell’Assemblea Capitolina, la proroga del servizio a RomaTPL fino a gennaio 2020, infilandola tra le pieghe della quinta variazione di bilancio.

E questo, nell'insieme, non ha fatto altro che aumentare il malcontento tra gli autisti (da un lato quelli della RomaTPL dall’altra quelli delle consorziate, il COTRI per l'appunto), raggiundo il suo apice in questi giorni. Difficili. Circa 1800 dipendenti, sommati agli ausiliari e agli amministrativi, che, stando al Contratto Nazionale e gli accordi interni, avrebbero ddvuto percepire lo stipendio entro, rispettabilmente, il 31 dicembre e il 10 di gennaio. 

Ma se la politica tace, e dorme sonni tranquilli, sul fronte sindacale, diversamente, le Organizzazioni, ognuno per proprio conto, ammoniscono la Società e, indirettamente, il Campidoglio, resosi praticamente latitante (insieme alla maggioranza pentastellata), avviando in prima istanza le procedure di raffreddamento, necessarie prima della proclamazione dei rispettivi scioperi. È stata l' USB, seguita a ruota dalla CGIL, CISL e UIL. Che hanno “denunciato”, nella nota congiunta inviata l’8 gennaio, “il mancato pagamento delle retribuzioni nella Società RomaTpl, le criticità inerenti la scarsa manutenzione dei mezzi, l’aumento delle aggressioni fisiche e verbali nei confronti dei conducenti e l’utilizzo improprio della disciplina”. “Inoltre si aggiungono", prosegue, "la mancata regolarizzazione dei versamenti al Fondo Complementare di Categoria - Priamo -, la mancata copertura economica delle cessioni del quinto, la decisione unilaterale di disdetta dell’accordo denominato ERG e del contributo regionale dei 306,00 € annui, accordo sindacale del 09/03/2004 non più erogato dall’anno 2009 ad oggi”.

Altrettanto ha fatto il Sindacato Lavoratori Mobilità (SLM)  della Provincia di Roma, dandone rapida informativa attraverso le colonne de LA VOCE dei Trasporti & Diritti, organo ufficiale della Segreteria Generale della FAST-CONFSAL. “In seguito alla mancata convocazione aziendale”, recita la lettera inviata nella giornata dell’11 gennaio, “alla nostra del 14 dicembre 2018 prot. n. 307/18/SP, riscontra il reiterarsi di criticità a danno dei lavoratori della Roma TPL Scarl”. Oltre ai ritardi nei pagamenti, argomento ricorrente, la Segreteria ha contestato la "discriminazioni nella concessione dei cambi turni consensuali tra lavoratori, la carenza nella manutenzione mezzi" e, in modo analogo, "la gestione dei provvedimenti/sanzioni disciplinari nonché assenza del Consiglio di Disciplina interno all’azienda".

Dalla FAISA-SICEL è Claudio De Francesco a lanciare le bordate: "Ci risiamo”, affonda, “mentre il Governo salva l'ennesima banca privata con i soldi dei cittadini, i lavoratori della RomaTpl (ormai non è più una novità purtroppo) ancora non hanno percepito lo stipendio. La politica tutta, troppe volte, si è riempita la bocca promettendo di risolvere il problema ma mai si è voluto intervenire per sistemare la pratica. Ad oggi con l'anno nuovo i lavoratori si ritrovano con i problemi vecchi ossia tu lavori ed io non ti pago. Uno scempio e pensare che questa Amministrazione aveva promesso ai lavoratori l'internalizzazione. Basta non ho più parole, ma solo parolacce. Tutta La mia solidarietà ai lavoratori e alle loro famiglie". Alé.
     David Nicodemi

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