Roma-Lido, il Comitato Pendolari risponde all'Atac
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Comitato Pendolari Roma-Lido, «Atac e Roma-Lido, aritmetica ad “usum Delphini”». «Abbiamo letto con stupore la nota dell’Ufficio stampa di ATAC S.p.A. di risposta ad una testata giornalistica, colpevole di aver scritto che le cose sulla ferrovia regionale Roma Lido non vanno bene. Non sia mai detto: i treni fatti son sempre quelli “programmati” e l’Azienda fa sempre il massimo del possibile, fosse pure pochino».
«Ma
in Atac», continua, «le corse dei treni, delle metro o dei bus da fare, non
partono dai Livelli Adeguati di Servizio, che i contratti di servizio, da loro
firmati, mettono a base del calcolo di quanto trasporto pubblico occorra e di
cosa, una Regione o un Comune, debbano pagare con le tasse di tutti, anche di
chi non prende il bus, per contribuire al 65% di quanto costa il servizio al
Gestore (il resto ce lo mettono, mediamente, passeggeri e abbonati)».
«Sulla
Roma-Lido fino a Febbraio 2020 l’Orario Ufficiale dei giorni feriali, derivante
dal programma di esercizio, di cui scrive Atac, e dai L.A.S. sopra citati,
prevedeva 178 corse/giorno. In Fase 2 e
Fase 3 dell’emergenza CoViD-19 l’Orario Ufficiale si è ristretto a sole 150 corse teoriche = il 16% in meno. Atac non riesce neppure a fare queste corse;
con una girandola di rimodulazioni, emesse anche 7, 8 volte al giorno o
sottaciute nei canali informativi aziendali, saltano corse, in particolare
pomeridiane o quelle “sottiletta”, cioè quelle inserite fantasiosamente
(sull’Orario di “carta”) dal 4 maggio scorso tra due treni in partenza ogni
quarto d’ora».
«Per
stessa ammissione d’Atac, sono mediamente altre 12 corse/giorno perse per viaggiatori
coraggiosi, abbonati fedeli e bagnanti ardimentosi. La verità è che manca all’appello nei feriali
quasi il 25% delle corse che servirebbero, di quelle previste fino a febbraio,
di quelle che saranno comunque tutte ed integralmente pagate dalla Regione Lazio ad Atac SpA., “vuoto per
pieno”. Perché dannarsi l’anima a farle?»
«Oltre a quella sui treni, coevi di quelli in servizio sulla Metro A, che più che “vetusti” sono mal tenuti, l’altra mistificazione è sull’Ordinanza del 30 aprile del Presidente della Regione, che stabilisce si debba: “… comunque osservare un carico massimo non superiore al cinquanta per cento della capacità di trasporto del mezzo”. Tale percentuale NON garantisce comunque il distanziamento di almeno 1 metro a bordo dei treni ed è accettabile solo “tenuto conto dell’obbligo di utilizzo delle mascherine” a bordo. Ma quest’obbligo Atac lo rimette alla buona volontà sei singoli passeggeri, non effettuando con i propri agenti verificatori i necessari controlli in vettura e non avendo elevato una sola multa fino ad oggi = “State buoni se potete, perché se non potete io…».
Commenti
Posta un commento
Commenti