Salviamo la Metro C, Raggi Commissario straordinario? Ma anche no, ecco il perché

Alcuni quotidiani come Repubblica e il Fatto Quotidiano hanno pubblicato l'ipotesi, ad oggi molto probabile, che il sindaco Raggi possa diventare il futuro commissario straordinario per gestire l'iter della Metro C. Il Fatto, facendo riferimento alla procedura attuata per ricostruire il ponte sul Polcevera si sbilancia così: «Una soluzione sul modello della ricostruzione del ponte di Genova. E proprio come per il Viadotto Polcevera, l’incarico andrebbe in capo al sindaco della città».

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/07/14/metro-c-roma-raggi-e-costruttori-daccordo-nel-chiedere-il-commissariamento-sul-modello-genova-il-ministero-i-presupposti-ci-sono/5867578/ 

Siamo assolutamente d'accordo sul fatto che la Metro C vada commissariata, ma non prendiamoci in giro pensando che ci possa essere una equivalenza tra la situazione del Ponte sul Polcevera e la Metro C a Roma. Non stiamo parlando di una improvvisa emergenza a cui por rimedio ma di una procedura che va avanti da oltre 14 anni. E come proprio la Raggi sottolineava qualche mese fa in una lettera al premier Giuseppe Conte, «c’è la necessità di una discontinuità» sulla vicenda Metro C. Tuttavia la stessa Raggi, dopo oltre 4 anni che ha la responsabilità diretta di tale dossier e altri 2 anni in cui lo ha seguito dai banchi dell'opposizione, non può essere in alcun modo considerata come elemento di "discontinuità", tantomeno in un caso come quello della metro C, che va sì sbloccata, ma che certo non si configura come una improvvisa emergenza. Oltretutto, sulla legge che gestisce la nomina dei commissari straordinari per le grandi opere, non sta scritto da nessuna parte che il prescelto debba essere il sindaco
https://www.codiceappalti.it/DL_32_2019/Art__4_Commissari_straordinari,_interventi_sostitutivi_e_responsabilit%C3%A0_erariali/9980

Lo sarà se converrà al raggiungimento dell'obiettivo del completamento dell'opera. Ma è questo il caso per la Metro C? Secondo noi no e oltre alle motivazioni già espresse per la nostra contrarietà alla Raggi come commissario, aggiungiamo anche queste:

- Virginia Raggi, volente o nolente, è una figura divisiva. Usa spesso toni da bianco e nero che sono assolutamente legittimi in un ambito politico ma che diventano un'arma a doppio taglio in un contesto in cui la carica in questione richiede doti diplomatiche enormi (considerate quanti enti bisognerà coordinare, spesso con differenti colori politici);

- Virginia Raggi, in più di 4 anni non ha dimostrato particolari attitudini organizzative, sopratutto in ambiti complessissimi come la pianificazione e la messa in cantiere delle opere di mobilità o la pianificazione del ciclo dei rifiuti (è assessore all'ambiente ad interim da parecchio tempo ma è praticamente invisibile in tale ruolo). Anche rimanendo nell'ambito della mobilità, il bilancio effettivo di 4 anni è la realizzazione di alcuni km di ciclabili "transitorie" e un PUMS in cui il sindaco di fatto non si è praticamente speso ed è arrivato ad una conclusione non catastrofica grazie sopratutto alla costanza nelle riunioni con i cittadini mostrata da Enrico Stefano, Pietro Calabrese e dai comitati per la mobilità. Se fosse dipeso da Linda Meleo (difesa fino allo stremo dalla Raggi) probabilmente oggi non avremmo nemmeno questo magrissimo bottino;

- ci sono grosse probabilità che la Raggi non venga rieletta, fra 11 mesi. A quel punto il suo ruolo, già inadatto per i motivi di cui sopra, diventerebbe più di intralcio che altro. Primo, perché in 11 mesi più di tanto non potrà combinare (per semplici tempi tecnici/organizzativi) e secondo perché eleggerla commissario con la scommessa che poi venga riconfermata è eccessivamente rischioso, troppo per un'opera così delicata e fondamentale. E se poi non venisse riconfermata, perché dovrebbe dimettersi, visto che per legge non è obbligatorio che il commissario sia il sindaco? Arrivare ad avere due polli in un pollaio? Conviene il rischio?

Per fare il commissario di un'opera così complessa serve una figura che abbia il tempo necessario, le competenze di un tecnico (GROSSE COMPETENZE) e che al contempo abbia enorme esperienza di rapporti diplomatici con uffici amministrativi, grandi gruppi industriali e forze politiche le più variegate possibili.

Vi sembra che Virginia Raggi possa rientrare in questa categoria
Secondo noi, no.
#famostemetro

Da Salviamo la Metro C


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