Roma-Viterbo, ecco perché ha vinto il buon senso
Ha esordito, finalmente, lunedì 3 agosto, il nuovo orario sulla ferrovia Roma-Viterbo, che rivoluziona e sovverte il modo di concepire l’esercizio. Il servizio ora si presenza armonioso e rispondente alle reali esigenze dell’utenza, nel rispetto delle direttive ANFS. Altrettanto interessante il fatto che la linea è tornata ad essere protagonista della mobilità, aspetto non trascurabile, e, attenzione, con lo stesso numero di materiale rotabile.
Un risultato raggiunto, va detto per
onestà intellettuale, grazie al contributo e alle forzature della Regione Lazio, stavolta ce l’ha messa
tutta, e, soprattutto, alla tenacia e lungimiranza della Caposervizio Atac della Viterbo.
Capace di conciliare gli interessi aziendali e i bisogni dell’utenza, dando
alla luce un impianto in discontinuità con
il passato, dinamico e funzionale. Per farla breve un lavoraccio, ma
sapevano, considerata la decennale esperienza nelle ex-concesse, che la sua
nomina, accolta con parole lusinghiere dalla nostra Associazione, avrebbe
portato novità significative sulla linea.
Al di là di qualche ritardo, fisiologico, e
un numero insignificante di soppressioni, del resto i convogli sono quelli di
sempre, la nuova programmazione sta superando l’esame. È solo l’inizio, sia
chiaro, è indispensabile efficientare le officine e avviare rapidamente gli
interventi di straordinaria manutenzione,
previsti da Astral, onde evitare
ripercussioni catastrofiche. Nota stonata, imputabile non di certo
all’esercizio, il mancato aggiornamento delle partenze treni nelle stazioni.
Che, secondo la Disposizione Operativa Atac 151 del 30/07/2020, stava in carico alla «Struttura Infomobilità e
Comunicazioni», la quale avrebbe dovuto provvedere «alla necessaria e tempestiva
informativa all’utenza». Sbavatura arginata dalla brochure realizzata e distribuita anzitempo dallo staff della
stessa Caposervizio, dov’è possibile consultare gli aggiornamenti.
Per scaricare la brochure cliccare sull'immagine |
Pochi sanno che la nuova programmazione oraria recepisce buona parte dei principi e osservazioni presenti nella “Proposta Oraria” di TrasportiAmo, costruita in considerazione delle richieste dei territori e sulla base di uno studio approfondito sulla linea, svolto con tecnici specializzati del settore. Proposta condivisa con il Comitato Pendolare e l’Osservatore Regionale sui Trasporti, acquisita agli atti della Commissione Speciale Studi sui Trasporti, istituita dall’Amministrazione di Sant’Oreste, ai sensi del Regolamento comunale, nella seduta pubblica convocata il 23 agosto 2019 presso il Bunker Soratte. E poi via via promossa nei successivi incontri con i Cittadini, gli Istituti Scolastici e le Istituzioni locali, raccogliendo sempre pareri positivi.
Solo questo rappresenta un’indiscussa vittoria, benché i leoni da tastiera
dicano altro, mai finora, specie nella storia decennale, e gloriosa, della ferrovia,
un’Azienda aveva accettato, in maniera così attenta e puntuale, le idee formulate
dalla società civile. Siamo riusciti, uniti,
a scardinare un orario burocratese e mal riuscito. Ma vediamo, nel dettaglio,
quali sono le analogie tra la quella
Proposta e quanto applicato dall’Azienda.
Da Gommovia a Ferrovia. Il
nuovo orario, come anticipato, soverchia le politiche aziendali finora
intraprese, conferendo alla linea il ruolo principale nella mobilità collettiva.
Giustamente. Infatti, su 46 corse
extraurbane, programmate nei giorni feriali, 34 sono esercitate dalla ferrovia (10 Flaminio-Catalano, 2 Flaminio-S.Oreste, 4 Montebello-Catalano, 14 Catalano-Viterbo e 4 Catalano-Vignanello)
e le restanti 12 corse con
coi bus integrativi. Prendendo alla lettera il concetto basilare
della Proposta, finalizzata proprio ad «aumentare l’offerta ferroviaria e
mitigare l’uso del servizio automobilistico sostitutivo». Da fervidi sostenitori dei sistemi su
rotaia, per ovvie ragioni logistiche e ambientali, non potevamo scrivere diversamente.
Soppressioni incroci. In quell’elaborato, avevamo dimostrato come si
sarebbe potuto sviluppare e incrementare il servizio ferroviario extraurbano
senza ricorrere agli «incroci tra treni».
Indicando, addirittura, le tracce orarie. Niente, l’Azienda rimaneva irremovibile.
E prima, dal 1 luglio 2019, giorno in cui diventavano effettive le
Direttiva ANSF, valide sulle ferrovie secondarie interconnesse e isolate,
stravolgeva l’extraurbano, cancellando gli incroci e 22 corse. Poi il 16
settembre 2019 adottava, l’Orario Generale che reintroduceva gli
incroci stessi, 4 nella relazione Montebello-Catalano (Castelnuovo
di Porto) e 7 nella tratta Catalano-Viterbo (Vignanello),
ma, comunque, non riuscì a risollevare la qualità del servizio. Parecchie erano
le lacune e le perplessità. Com’era stato possibile reintrodurre quegli
incroci? Interrogativo che avevamo pronunciato anche nella Commissione
Capitolina Trasparenza del 12 dicembre 2019, afferente «profili
di trasparenza in merito alla situazione delle Ferrovie Regionali ex concesse
in gestione a ATAC SpA. Chiarimenti sulla lettera di ANSF in merito alle
prescrizioni adottate». Il tempo ci ha dato di nuovo ragione, il dinamismo e
la forza dell’attuale orario deriva dall’assenza degli incroci tra treni.
Tuscia isolata. L’orario
del 16 settembre 2019 in pratica
isolava la relazione Catalano-Viterbo.
Di colpo, infatti, sparivano sia numerosi treni che il servizio integrativo
bus. Le sole corse rimaste, tra l’altro, la mattina come nel primo pomeriggio,
non erano allineate con le partenze/arrivi dei bus Cotral, per cui
gli studenti avevano seri di problemi per andare e tornare dalle scuole. Spariva
altresì l’ultima corsa utile da Viterbo delle ore 20.01,
suscitando l'ennesima protesta degli utenti. Per superare tale caos e dare dignità all’importante
relazione, proponevamo da subito l'idea di «dividere
in due la tratta, in modo da avere altrettante relazioni, Catalano-Vignanello e
Viterbo-Vignanello». L'indipendenza e la sicurezza dei rispettivi esercizi sarebbero
stati garantiti dalla Dirigenza Locale
(o capostazione), istituita nella sede di Vignanello,
che fungeva da capo-tronco. La soluzione consentiva, secondo il nostro
ragionamento, di reinserire tracce ferroviarie e dare continuità alle stesse,
sebbene ci fosse una specie di "spezzatino". A valle dell’incontro
del 12 febbraio 2020, convocato dalla Dirigente
Scolastica Paola Adami presso la sede dell’Istituto Tecnico
Agrario “F.lli Agosti”, in cui erano presenti presenza studenti, genitori e
il Sindaco del Comune di Bagnoregio, Luca Profili, l’ultimo di una lunga serie di
confronti sul territorio, il 29 Aprile 2020 inviavamo,
tramite PEC, una proposta d’orario
tabellare all’Assessorato e alla Direzione Trasporti della Regione
Lazio, con indicate le partenze/arrivi. Idea che, per fortuna, è diventata
parte integrale del nuovo orario. Un
ulteriore conferma è arrivata il 30 luglio quando, Atac e le
Organizzazioni Sindacali (CGIL, CISL, UIL e UGL)
hanno sottoscritto l’accordo che prevede tra l’altro l’«incremento di n. 2
turni uomo per il personale "Capostazione" per l'istituzione del presidio
presso la stazione di Vignanello».
Ampliamento arco del servizio. Avevamo
messo in conto anche questo. Nella tratta urbana prevedevamo
la «prima partenza da Montebello alle ore 5.40»,
nell’orario è fissata alle ore 5.35. Lo stesso per la sera, noi
ipotizzavamo l’ultima partenza da Montebello alle ore 23.00 e
da Flaminio alle ore 22.45. La realtà si discosta
di poco, ora le ultime partenze sono alle ore 23.10 da Montebello e
alle ore 23.00 da Flaminio. Nella relazione Montebello-Catalano avevamo
proposto l’ultimo treno alle ore 21.00, Atac l’ha
trasformato in bus e anticipato la partenza alle ore 20.35.
Questione di muniti, dunque.
Indietro non si torna. Nell’ultimo comunicato stampa abbiamo
volutamente precisato che l’orario “Feriale 2020/1F3”, adottato con
la Disposizione Operativa Atac 151/2020, «rappresenta
l’ossatura di ciò che sarà il Nuovo Orario Generale della ferrovia,
nell’attesa dell’apertura dei cantieri per la riqualificazione e raddoppio».
Siamo convinti di questo anche perché tale impianto ha superato la Valutazione
Rischi per cui è legittimato ad essere la base sulla quale costruire l’orario
della Fase 4 di settembre (pendolarismo scolastico e
lavorativo), secondo le linee guide della Regione.
Un anno perso. Accertato
e certificato che quelle proposte erano
valide, perché aspettare un anno?
Perché trascinarsi dietro un orario, quello di settembre 2019, burocratese e
mal riuscito? Perché ostinarsi e chiudersi a riccio? Perché stressare i Pendolari
e, indirettamente, il Personale Aziendale? Chi gli restituisce il tempo perduto,
sottratto ai propri cari, mogli, mariti e figli, per i disservizi? Chi gli
restituisce la salute, provata dalla continue incazzature? E, soprattutto, cos’è
cambiato? Per quest’ultima domanda possiamo dare una risposta, con fierezza:
sono cambiati gli attori nella Cabina di Comando. È arrivata una donna lo
scorso febbraio, lo dicevamo prima, che non ha perso tempo, che si è data
subito da fare, rimboccandosi le maniche e lottando con fermezza, umiltà ed
elasticità mentale. Ascoltando tutti e tirando fuori il costrutto da una
situazione critica per non dire disastrosa.
Cosa
ci aspettiamo? Nei prossimi giorni invieremo una nota alla
Regione con determinate richieste, tra queste:
- Catalano-Viterbo. Mantenimento arrivo corsa scolastica a Viterbo ore 07:11 e inserimento n. 2 arrivi, approssimativamente, alle ore 8:00 e alle ore 9:00, al fine di consentire la graduale mobilità agli studenti, secondo le citate linee guida dettate dalla Regione e le esigenze delle scuole;
- Stazione Viterbo. Intervento per sistemazione del piazzale della stazione di Viterbo, la cui circolazione da anni si svolge in regime di degrado. Sarebbe sufficiente installare un semplice deviatoio a monte per ripristinare l’uso del terzo binario e avere la piena funzionalità del piazzale. In modo da poter assicurare l’incremento delle corse ferroviarie sia scolastiche che lavorative;
- Officine. Potenziamento ed efficientamento officine Acqua Acetosa e Catalano e avvio revisione generale materiale rotabile, secondo il programma Astral. In attesa della gara per l'acquisto dei nuovi treni;
- Lavori raddoppio e riqualificazione. Individuare la possibilità di svolgere le opere di raddoppio e riqualificazione in soggezione di esercizio, che consentirebbe, com’è accaduto nelle altre linee ferroviarie italiane, di ridurre al minimo i disagi all’utenza. Lo stesso vale per ciò che concerne la nuova stazione di Piazzale Flaminio, in fase di esecuzione.
Quest’esperienza dimostra che in Atac le risorse ci sono, ma che non sempre riescono ad emergere, che di tanto in tanto è necessario scendere dal gradino e ascoltare i "comuni mortali" e che, infine, oltre a criticare bisogna saper proporre, seguendo fino in fondo la lezione di vita dell'indimenticabile Eduardo, «gli esami non finiscono mai».
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