LA METRO C RISCHIA IL CAOS. L'ORT: "RIAPRITE LA GIARDINETTI"



Le nuove prescrizioni ANSFISA azzoppano pure il materiale rotabile della Metro C per “mancanza dei requisiti di sicurezza e di manutenzione per proseguire il servizio stesso secondo le norme”, evidenzia in una nota l’Osservatorio Regionale sui Trasporti(*). Un treno al mese sarà sospeso dall’esercizio, secondo le direttive dall’Agenzia, e ciò comporterà, a conti fatti, il collasso della metropolitana, con drammatiche ripercussioni ai pendolari della Casilina.  

“Non ci potevamo aspettare che la Metro C fosse da meno!”, aggiunge perentorio l’Osservatorio. “Guasti ‘temporanei’ e ricorrenti a parte, lo stesso sta avvenendo per la Linea A e per la Linea B, addirittura interrotta la B1 giorni fa per mancanza di materiale e per i tram per i quali ci si alterna fra le interruzioni per i risanamenti della sede, ormai spesso in condizioni pietose e quelle per carenza di mezzi disponibili. Per non parlare della situazione sulla Roma - Lido (tratta limitata e con frequenze, bene che vada, a 26 minuti quando due anni e mezzo fa l’Atac aveva promesso di portarle a 9) e della Roma Nord ormai al lumicino”.

Una situazione insostenibile, che sta paralizzando via via i mezzi su ferro del Comune: “È sotto gli occhi di tutti la situazione di degrado manutentivo di Atac”, tuonano dalla FILT-CGIL di Roma e Lazio Daniele Fuligni e David Cartacci nella lettera spedita all’attenzione del Campidoglio. “La strategia manageriale degli ultimi anni ha scientemente contribuito a devastare i vari settori metroferroviari e di superficie che per lunghi periodi sono rimasti in piedi solo grazie allo spirito di sacrificio e di abnegazione del personale”.

Parlano di “visione miope di impresa”, i rappresentanti sindacali e di come “il ricorso a continue e costosissime esternalizzazioni” abbia comportato, in alcuni casi, a uno “svilimento delle figure professionali, a vari livelli. Qual è l'interesse nel depauperare questi settori se non quello di dismetterli ed affossare l'Azienda?”.

Per la CGIL stiamo di fronte a uno “scenario desolante” in cui “non ha certo giovato il continuo e ciclico avvicendarsi del management apicale e le continue cadenze che questo ha comportato, e la proprietà”, cioè Roma Capitale, “solerte nel nominare dirigenti, non ha saputo verificarne l’effettiva professionalità”. E ancora: “Nelle scelte complicate, nelle interlocuzioni con i vari organi di controllo, i lavoratori preposti si sono trovati spesso soli, nell'assordante silenzio di un'azienda il cui management ha dimostrato, di fatto, di non essere più in grado o di non voler governare i processi industriali. Questo atteggiamento sta minando la sicurezza in esercizio, le condizioni lavorative dei dipendenti, per non parlare delle conseguenze nella qualità del servizio che stiamo offrendo ad una cittadinanza esasperata per le continue disfunzioni”.

Parole durissime che lasciano poco spazio alle interpretazioni. “Oggi, più che mai, Atac”, conclude la nota a firma di Fuligni e Cartacci, “ha la necessità di un progetto manutentivo serio, concreto, di rilancio, attraverso il quale, possa dichiarare apertamente al mondo del lavoro le potenzialità delle proprie maestranze. Non è il momento di fuggire dalle responsabilità, il compito più difficile che spetta al nuovo vertice e alla proprietà sarà quello di ricostruire una politica industriale sana e condivisa, dando così un segnale di discontinuità rispetto al passato”.

Nell’ecatombe “c’è un’unica Linea”, riprende l’Osservatorio Regionale sui Trasporti, “che ha, per ora, materiale a sufficienza ed un armamento in condizioni molto migliore di altre linee e che potrebbe svolgere anche un ruolo di supporto alle previste riduzioni del servizio sulla Linea C: è la Roma – Giardinetti, che invece viene senza motivo tenuta per un terzo chiusa (tra Centocelle ed il raccordo anulare), lasciando i residenti di una larga parte di uno dei più popolosi quartieri senza quel collegamento su ferro che pure avrebbero, sostituito da un autobus costoso ed inefficiente, ed ora anche senza la linea S integrativa”.

L’Osservatorio Regionale sui Trasporti ribadisce la necessità di far ripartire il servizio su questa tratta, “un’operazione che va considerata propedeutica e non alternativa ai futuri lavori di trasformazione in tranvia così come previsto dal PUMS, e che consentirebbe la massima continuità d’esercizio nel periodo di tali lavori, in modo da non lasciare ulteriormente scoperto quel quadrante della città per un periodo di trasformazione che difficilmente si può sperare di pochi anni, consentendo agli abitanti di raggiungere rapidamente Termini più direttamente e senza andare ad affollare ulteriormente la Linea A a San Giovanni e ricollegando anche le strutture sanitarie lambite dal percorso (e non dalla linea C), possibilità oggi preclusa”.  Alé. 

 

(*) Le organizzazioni aderenti all’Osservatorio: Associazione Consumatori Utenti; Associazione dei Diritti dei Pedoni; Associazione Italiana Cultura Sport; Assoutenti; Associazione pendolari Valle dell'Aniene; CO.DI.CI; Comitato Pendolari FR8ᵊ Carrozza; Comitato Pendolari Litoranea Roma Nord; Comitato Pendolari Orte 2.0; Comitato Pendolari Reatini; Comitato pendolari FL3 Lago di Bracciano; Comitato per la riapertura della ferrovia Civitavecchia - Orte; Confconsumatori; Italia nostra Roma; Legambiente Lazio; Movimento Difesa del Cittadino; Salviamo la ferrovia Avezzano - Roccasecca; TAMS; TrasportiAmo; Unione Comitati Pendolari FL7; UTP.

ORT aderisce al manifesto di AMODO, Alleanza per la Mobilità Dolce    

Commenti

Post più popolari