STAZIONE DI VITERBO, SACCO DI CARBONE ALLA REGIONE LAZIO
Suonerà strano, ma troviamo incredibile che, a fronte della ventata di rinnovamento, prospettata dalla maggioranza regionale a megafoni riuniti e culminata con l’entrata in scena di ASTRAL/COTRAL, non siano stati ancora trovati due spicci per la sistemazione del piazzale della stazione capo-tronco di Viterbo. Eppure la situazione di degrado è nota da tempo, si sa che l’apparato centrale ad itinerario (ACEI) è inibito e che i treni vengono ricevuti e licenziati con il segnale posto a via impedita (rosso).
Tutto ha avuto
inizio nel 2018 quando ATAC, allora esercente della linea Roma-Viterbo,
resosi conto dell’esistenza di anomalie al deviatoio 4 e, in generale, all’impianto
ACEI (il sistema
di comando centralizzato di deviatoi, segnali et ecc. per l’esercizio
ferroviario di una stazione), modificava
la circolazione nel piazzale di Viterbo, dandone contezza a USTIF
LAZIO (Ministero delle Infrastrutture) e Regione Lazio.
I provvedimenti mitigativi, adottati “nelle more delle decisioni che la Regione
Lazio, in qualità di Ente proprietario, finanziatore e regolatore, intende
assumere”, precisava la Società nella nota inviata il 13 luglio 2018,
arrivarono a seguito di tre svii (o deragliamenti) avvenuti tra il 2015
e 2016 proprio sul deviatoio 4, sempre con i treni in entrata.
Nello specifico, veniva
inibito e disalimentato sia il citato deviatoio 4 sia il binario 3
e sia la comunicazione tra queste due estremità. Da un lato con accorgimenti
meccanici, al fine di assicurare – fisicamente - la loro corretta posizione, dall’altra
agendo sull’ACEI, in modo da non consentire più “la formazione degli
itinerari di arrivo e di partenza, mediante comandi previsti dall’apparato” stesso.
Successivamente, in
data 18/10/2018, il piazzale di Viterbo è stato oggetto di un’ispezione
da parte di USTIF LAZIO che, presso atto delle criticità, valutate tollerabile
dall’analisi rischi di ATAC stessa, evidenziava nel verbale e nella nota
spedita all’Azienda e in Regione, come “l’attuale situazione di degrado può
persistere alle medesime condizioni esaminate per il tempo necessario all’adeguamento
del piazzale, con la sostituzione degli scambi e la gestione della stazione
tramite impianto ACEI”. E ancora: “Dovrà essere presentato il
progetto della variante del piazzale entro 90 giorni per il ripristino
della piena dell’impianto ACEI”.
Com’è andata a finire? Beh, non sappiamo se il progetto sia stato presentato nei tempi stabiliti e cosa abbia potuto ritardare le opere di risanamento. La realtà ci dice che nella stazione vigono ancora le restrizioni imposte da ATAC. Per cui i treni continuano a essere ricevuti e licenziati con il segnale posto a via impedita, il terzo binario continua a essere inoperoso e, infine, altra chicca imposta dal Ministero, “se uno dei due di circolazione risulta occupato da un rotabile, è vietato l’ingresso in stazione di un altro treno che, di conseguenza, deve essere limitato nella stazione di Bagnaia”. Con buona pace dell’esercizio e dei pendolari, costretti a convivere con un altro pesante disservizio.
Di chi siano le colpe interessa poco, ma rimaniamo dell'idea che anche in questo frangente, la proprietà, cioè la Regione, avrebbe dovuto essere più presente e, per certi versi, responsabile. Per queste, e altre ragioni, doniamo all'Ente il nostro sacco di carbone virtuale, perché troviamo inammissibile che parli dei massimi sistemi, quando, nel concreto, non è riuscita, in tempi celeri, a risolvere una seria criticità, che invalida ulteriormente il servizio attuale. Di fronte all'ennesima sciatteria, ogni suo annuncio perde di forza e credibilità, si affloscia e finisce direttamente nel vuoto. Ah, Felice Epifania. Alè.
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