Matteo Jarno Santoni ricorda l'ing. Angelo Curci


L'autore del libro "La ferrovia elettrica Roma-Civita Castellana-Viterbo" ricorda il compianto ing. Angelo Curci, già Direttore di Met.Ro. e "padre" del Polo Museale dell'Ostiense

Il fatto di aver frequentato, per i dieci anni della formazione “inferiore”, un istituto molto vicino alla stazione di Viterbo della Roma Nord ha certamente contribuito a far nascere in me la curiosità per una ferrovia così particolare. È però stato negli anni delle scuole medie che il fascino del treno si è trasformato in consapevolezza dell’importanza della ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo per il tessuto sociale della Tuscia proprio grazie alla lettura del Treno della Tuscia di Angelo Curci. Quello dell’autore del noto libro era per me un nome ancora ignoto, nel quale tuttavia mi sarei imbattuto spesso con la frequentazione dell’archivio dell’ATAC di Porta San Paolo.

Fu tra quelle mura che mi resi conto della centralità dell’operato di Angelo Curci per lo sviluppo delle ferrovie concesse laziali, che l’ingegnere si trovò a gestire in un periodo non facile, culminato nella direzione generale della Metropolitana di Roma S.p.A. È forse grazie ai lunghi anni di direzione di esercizio, passati vicino ai piccoli e grandi problemi quotidiani delle linee del Lazio, che, giunto all’apice dell’Azienda, Curci poté dar prova di una impareggiabile capacità di governo, orientata anzitutto da un prioritario rispetto dei dipendenti.

Quando decisi di raccogliere in una pubblicazione le ricerche sulla ferrovia Roma Nord chiesi all’allora direttrice del Polo Museale, la dott.ssa Caterina Isabella, se fosse possibile entrare in contatto con l’ingegnere. Fu un grande onore ricevere, qualche settimana dopo, la presentazione al volume, in cui Curci convogliò alcuni suoi vivi ricordi concreti: il «cruccio costante» dei passaggi a livello, il rinnovo dell’armamento, il consolidamento dei viadotti e dei ponti (ricordati con i loro nomi: della Fornacchia, della Selva, di Pugliano, ecc.), delle misteriose traverse del 1909 rinvenute in una galleria.

Quando ci vedemmo il 21 aprile dello scorso anno per la presentazione del libro «Un viaggio ancora possibile», preparato dai volontari del Comitato per il salvataggio del Polo Museale dei trasporti di Roma, mi rinnovò i complimenti per il mio lavoro sulla Roma Nord; rimanemmo d’accordo per vederci, ma non fu possibile. Mi rimane però un ricordo tangibile del suo stile e della sua gentilezza nei biglietti augurali che negli ultimi tre anni, a Natale e a Pasqua, puntualissimi mi arrivavano per posta.

Matteo Jarno Santoni

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