Una grande divisa
Si lo ammetto, non è la mia divisa, ma l’ho voluta indossare ugualmente, almeno per una volta e, ovviamente, in forma strettamente privata
Si lo ammetto, non è la mia divisa, ma l’ho voluta indossare ugualmente, almeno per una volta e, ovviamente, in forma strettamente privata: in primis per dimostrare il mio profondo rispetto nei confronti delle persone che hanno contribuito alla storia della gloriosa Atac, il cui stemma racchiude le esperienze sia della Stefer, poi Met.Ro., sia dell’Atag. Un’Azienda che, a mio avviso, deve restare in mani pubbliche, come del resto la Sanità e l’Acqua.
In secondo luogo desidero
esprimere la mia sincera solidarietà a tutti gli autoferrotranvieri italiani
che, ogni giorno, combattono, rischiando il posto, contro l’arroganza e l’incompetenza
dei management, che, con le loro politiche scriteriate, stanno demolendo le
Aziende di trasporto, Atac su tutte, la quale pullula di dirigenti strapagati
che non distinguono un treno da un triciclo: quelli sì che dovrebbero essere
cacciati, in blocco. La mia battaglia mediatica, nei confronti di costoro, al
soldo della politica, continuerà a essere implacabile (se ne facessero una
ragione).
Concludo allegando i link dei miei ultimi articoli, scusandomi per la mia lunga assenza. Potete comunque seguirmi su Il Quotidiano Italiano Roma e scrivermi, per suggerimenti e denunce, al consueto indirizzo e-mail david.nicodemi@libero.it
Roma-Viterbo non è una ferrovia per disabili
Concludo allegando i link dei miei ultimi articoli, scusandomi per la mia lunga assenza. Potete comunque seguirmi su Il Quotidiano Italiano Roma e scrivermi, per suggerimenti e denunce, al consueto indirizzo e-mail david.nicodemi@libero.it
Roma-Viterbo non è una ferrovia per disabili
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