Atac, brutto regalo sotto l'albero dei Dipendenti (e utenti)


A parte i proclami, il servizio per Natale e Capodanno è ancora da definire. Non è scontato il lieto fine

Le prossime ora saranno decisive per definire la programmazione dei trasporti nel giorno di Natale e Capodanno. Almeno sulla carta, sia chiaro. Dopo diverse fumate nere sarebbe stato raggiunto, secondo le indiscrezioni dell’ultima ora, un accordo tra Atac e i Sindacati Confederali, sulla falsariga di quello concordato negli anni passati ma con meno soldi sul piatto della bilancia rispetto al passato – dolente nota -, malgrado l’aumento del lavoro e dei rispettivi carichi (e rischi). Un accordo che, attenzione, risulterebbe indigesto ai diretti interessati, in particolare modo ai macchinisti delle ferrovie concesse Roma-Lido e Roma-Viterbo.

Il fatto che, a meno di una settimana dal Natale, ancora non ci sia nulla di tangibile e ufficiale, soprattutto da parte delle sigle sindacali - Confederali compresi -, indica una sintomatologia nelle trattative in corso, viziate, o meglio, traumatizzate da un impostazione iniziale poco confacente alle aspettative dei lavoratori. Elementi che messi insieme, al netto dei fumosi proclami del Campidoglio, dell’Agenzia per la Mobilità e della stessa Atac, ripresi a tambur battente dai media – che sono acqua fresca -, potrebbero mettere seriamente in discussione l’intera organizzazione del servizio durante le festività. Con pesanti ricadute.

E che il “servizio sia a rischio” lo sottolinea il noto profilo Twitter @ConduttoreMetrob, il Pasquino della rete metroferroviaria di Atac. “Ogni anno ci troviamo in questa assorda situazione”, rimbecca, “non è concepibile che noi operativi non possiamo organizzare il nostro tempo libero. Ogni anno ci riduciamo a ridosso delle festività per sapere chi deve lavorare e a quali condizioni”. “Non è solo una questione di soldi”, fanno sapere, “per carità secondo noi sono molto importanti, ma anche di sicurezza, sicurezza d’esercizio. È una situazione kafkiana: se il Comune e la Regione vuole un servizio, questo va pagato. E congruamente. Non si può pretendere uno sforzo ulteriore da chi, tutti i santi giorni, cerca di offrire un servizio decentemente. Le proprietà, invece di pensare a questi eventi, pensi a risolvere i problemi che viviamo ogni giorno assieme ai viaggiatori”.


Intanto, nei corridoi aziendali di via Prenestina si parla di incontri serrati coi sindacati autonomi per trattare sulle linee guida che sarebbero state delineate nel fantomatico accordo (in perdita) coi Confederali e, inoltre, di una forsennata ricerca di dipendenti volontari per le giornate del 25 e 31 dicembre. Quelle cruciali. Ma è evidente che le due cose camminino di pari passo e che senza l’avallo di almeno una di loro, qualunque intesa raggiunta potrebbe risultare inadeguata per superare lo scoglio.


Infatti, sarebbero ancora poche le adesioni volontarie registrate finora, quasi nulle nelle ferrovie concesse e nella Linea B. Un aspetto che avrebbe portato Atac a ricorrere alla traslazione del turno ordinario, annullando la base volontaria e le eventuali prestazioni straordinarie. Un’ipotesi che, se ufficializzata, sarà letta come una chiara e disperata forzatura. A questo punto ci si domanda: ma quale sarà l'organizzazione sindacale che avrà l'ardire di firmare un accordo in remissione? 

In un caso o nell'altro, qualcuno, tra lavoratori o utenti, pagherà le conseguenze di una programmazione a vanvera e schizofrenica, dettata soltanto da una voglia viscerale di rifarsi una credibilità politica a ogni costo. Alé. 
David Nicodemi




Commenti

Post più popolari