Atac, nessuna risposta sul caso del dirigente-macchinista

Ha condotto il treno sia sulla Roma-Lido che sulla Roma-Viterbo e ora sta strappando l’abilitazione sulla Laziali-Giardinetti, ma nessuno ha ancora saputo e capito se Alberto Lanzone, coordinatore Atac delle ferrovie concesse, in quota Cisl, ha o no i requisiti per poter assolvere il ruolo di macchinista.

 Appena uscite sul quotidiano Il Tempo, le dichiarazioni del segretario regionale del SUL Renzo Coppini, - «Si è messo a fare il macchinista, ma non ha mai svolto l’affiancamento necessario, 5000 km, per essere abilitato» -, abbiamo chiesto al diretto interessato, attraverso le pagine del nostro Blog, di ricostruire a ritroso l’iter burocratico e tecnico, in modo da dipanare ogni dubbio.

Ma il nostro invito, insieme alla denuncia all’Ustif fatta dallo stesso Coppini lo scorso marzo, è miseramente caduto nel vuoto, nell’oblio dei millenni. Specie nel carrozzone Atac, che si è affrettata a scaricare l’incombenza sull’avvocato Paolo Popolini, uno dei suoi legali, con la speranza di archiviare il caso. Tuttavia, questo comportamento non ha fatto altro che alimentare i sospetti, del resto «chi tace, acconsente».

Vista la riluttanza dell’Azienda pubblica e dell’ingegner Lanzone, nonché considerato lo stato comatoso dell’Amministrazione Capitolina, attorcigliata su se stessa, ci sentiamo costretti a tornare sull’argomento, soprattutto per la sicurezza degli utenti e degli esercizi ferroviari. Anche perché nelle ultime settimane è iniziata a circolare la voce che il Lanzone avrebbe compiuto le visite mediche, necessarie per l’espletamento della mansione di macchinista, dopo aver condotto i treni, in violazione delle normative vigenti. Fatto gravissimo se ciò corrispondesse al vero: ricordiamo che nessuno può mettersi alla guida senza l’abilitazione ministeriale, che si completa coi famosi 5000 Km in affiancamento, e col treno in regolare servizio passeggeri, e senza essere in possesso dei requisiti di idoneità fisica-psico attitudinali (D.M. 23 febbraio 1999 n. 88). 

Pertanto chiediamo di nuovo conto, in attesa che si muovi la Procura di Roma, della posizione dell’ingegner Lanzone; che ci forniscano i documenti, dai fogli corsi alla certificazione sanitaria, con i relativi numeri di protollo. Alè.

David Nicodemi

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