Roma-Lido, ora la programmazione del TPL si fa sui Social


Ai tempi dei social, è bastato un semplice cinguettio per rimettere in discussione l’orario di chiusura della ferrovia durante notte di San Silvestro


Ai tempi dei social (e in campagna elettorale), è bastato un semplice cinguettio del consigliere municipale lidense Andrea Bozzi per rimettere in discussione l’orario di chiusura della ferrovia (diconsi ferrovia) Roma-Lido durante notte di San Silvestro, fissata alle 21.30 come per le altre ex-concesse. La querelle, scandita da comunicati stampa al vetriolo, è andata avanti, incredibilmente, per l’intera giornata di ieri, 28 dicembre, e ha visto il Campidoglio (e l’Atac) uscire con le ossa rotte.

La polemica. «Vergogna», ha tuonato l’esponente autonomista del X Municipio, «il litorale tagliato fuori dal Capodanno romano. Si ripete anche quest'anno, infatti, lo scandalo dell'interruzione della Roma-Lido il 31 dicembre alle ore 21 da Colombo, mentre le linee Metro A, B, B1 e C proseguiranno il servizio ininterrottamente fino alle 2.30. Chiedo alla Sindaca Raggi e all'assessore alla Mobilità Linda Meleo di intervenire subito per allungare l'orario di servizio della tratta Roma-Lido e porre riparo a questa scelta tristemente discriminatoria per il proprio litorale». «Colpa della Regione», ha risposto il presidente della commissione trasporti Enrico Stefàno, «è pacifico, infatti, che il contratto di servizio sulla ferrovia concessa sia tra Atac (gestore) e la Regione Lazio (proprietario) ed è quindi logico che debba essere quest’ultima a pianificare i livelli di servizio e ovviamente a rafforzarli in giornate particolari come il 25 o il 31 dicembre. Cosa che non è avvenuta, visto che il 25 il servizio è terminato alle 13 e il 31 terminerà alle 21. Cosa che al contrario è avvenuta sulle linee di competenza di Roma Capitale come la A, B e C, che la notte di Capodanno saranno in esercizio fino alle 2.30.». Immediata è stata la replica della Pisana: «Quest'anno Atac non ha manifestato alcun interesse o necessità di aumentare l'offerta sulla linea. Risulta quindi del tutto infondata ogni attribuzione di responsabilità all'Amministrazione Regionale per una mancata richiesta che sarebbe dovuta partire da chi esercita il servizio. La Regione Lazio conferma, come ogni anno, la disponibilità ad autorizzare l'aumento dell'offerta, concordando con Atac modalità e tempi». Annunciano poco dopo di aver «dato l’autorizzazione alla modifica dell’orario, prolungandolo fino alle ore 2.30 del 1° gennaio 2018, facendo seguito alla odierna [28 dicembre ndr] di Roma Capitale». E prolungamento di orario fu.

Col cerino in mano. Mentre al X Municipio festeggiavano e Stefàno veniva sommerso di critiche - «Colpa sempre di qualcun'altro. Ottima strategia...per capire la vostra inadeguatezza. Uno che vi ha votato, porca tXXXa», «non ho capito, ma tu e l'assessore all'immobilita' @LindaMeleo passate per caso nelle stanze del Campidoglio? Siete sicuri di aver capito quali sono vostre competenze, oneri e doveri oltre quelli di litigare sui social con chiunque?», o ancora «con un servizio bus totalmente inaffidabile, con le banchine metro affollate per indisponibilità treni, con un orario di servizio non esteso neanche di un minuto rispetto al passato, tu trovi tempo e faccia tosta per polemizzare sulla Roma-Lido. Che pena assoluta» -, nessuno si è reso conto di quanto possa essere difficile programmare, a meno di 48 ore da un evento importante, un’infrastruttura complessa come una ferrovia, per giunta con le turnazioni/piano ferie già in essere e col materiale rotabile contato. Oramai le politiche sono dettate dai mal di pancia virtuali, dai cinguettii e dai comunicati 2.0, e poco importa se nell’organizzazione, raffazzonata, ci rimetteranno da un lato i Lavoratori dall’altra gli utenti, magari costretti ad aspettare le ore alle banchine; l’obiettivo sembra essere solo uno, nel turbine di improvvisazione e di approssimazione, far bella figura sui social, l’agorà dei pentastellati. Stavolta però qualcosa potrebbe andare storto, trovare all’ultimo minuto personale volontario disposto a coprire i turni in eccesso, fino alle 2.30, - in via Prenestina sono già all’opera - è un come giocare un terno al lotto o un determinato numero alla roulette, specie dopo le continue campagne mediatiche contro gli stessi Lavoratori e la firma all’accordo al Piano Industriale lacrime e sangue. E sì, il Campidoglio rischia di bruciarsi le dita, e la reputazione, col cerino che ha pretesto di maneggiare.

Quale interconessione? L’allungamento dell’orario servirà «per permettere ai nostri cittadini, giovani in testa», ha precisato Bozzi nel comunicato, «di tornare a casa nella notte di Capodanno». Ma facendo due calcoli, una sorta di penalizzazione è rimasta: l’ultima partenza utile da Porta San Paolo, così come richiesta da Atac alla Regione Lazio, è programmata per le ore 2.30, va da sé che gli utenti di Ostia dovranno comunque muoversi almeno un’ora prima per non perdere la coincidenza col treno. Sarebbe stato più congeniale posticipare la partenza di mezzora, in modo da creare una seria interconessione tra le metropolitane e la ferrovia.

Cittadini di serie A e di serie B. Il provvedimento del Campidoglio/Atac da un lato salva i lidensi dall’isolamento della festa, ma dall’altra crea un’ulteriore discriminazione coi cittadini degli altri Municipi, quelli che si affacciano sulla tratta urbana della RomaNord, per esempio, o che non hanno la fortuna di avere una fermata metro a pochi chilometri di distanza. Forse, se è questa la logica, farebbero bene a inondare i social di denunce per avere uno staccio di servizio, dato che l’Amministrazione sembra prendere le decisioni sulla base dei commenti nei social. Una cosa appare evidente, senza una rete in superficie di adduzione, con passaggi bus anche ogni mezzora, è pressoché inutile tenere aperte fino a tardi le metropolitane. Basti pensare agli abitanti de La Rustica o di Corcolle, sulla Polense, che, una volta scesi dalla Linea B o dalla Linea C, sono impossibilitati a tornare a casa. Questa non è discriminazione? Ma di questo nessuno ne parla, non fa notizia, è vero.

La programmazione ai tempi dei social. La richiesta del consigliere Bozzi è legittima, ma il punto è un altro, più serio, la programmazione del TPL non può passare attraverso i social. Assolutamente. È grave avere amministratori pubblici che, in nome dei sondaggi più o meno social, diano retta alle risposte Twitter. La realtà è diversa. Forse sarebbe opportuno una disintossicazione da questi mezzi di comunicazione, che hanno comunque una loro valenza. Diceva Umberto Eco che i social network danno «diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel». Alé. 
     David Nicodemi

Commenti

Post più popolari