Dentro al disastro della metropolitana di Roma
Analisi dei macchinisti della Linea A e B: «il calo della produzione non è colpa di Atac, in quanto società pubblica, ma degli uomini messi dalla politica»
Scandali, debiti, accordi sindacali, mancata programmazione
delle manutenzioni nonché scelte politiche e del management aziendale scarsamente
efficaci. Si può riassumere così l’analisi della produzione (Km/treno) della
metropolitana romana nel periodo 2010-2016,
anno in cui è stata istituita la nuova società del TPL romano Atac SpA, nata dalle ceneri della STA, Met.Ro. SpA e Trambus SpA,
con bilanci in attivo.
A pubblicare il grafico Romanderground: «Andamento abbastanza discontinuo», sottolineano,
«dopo il crollo del 2015, c’è stata una sostanziale ripresa nel 2016, ma sempre
sotto il livello di servizio richiesto da Contratto: -16% per la linea A, -18% per la linea B, con picchi negativi ben al di
sotto del -20% nei primi mesi del 2016 per la linea B, e per entrambe le linee
nel mese di Giugno 2016».
Dalla nota pagina di Facebook all’analisi dei
macchinisti. «L’emorragia della Linea A, che partiva da una produzione
consistente», dicono, «è scesa via via per il blocco del turnover applicato in Azienda
per via della spendi-review voluta dai governi. Mentre l’incremento in Km della
Linea B, è derivato alla inaugurazione della Linea B1 nel 2012, prima fino a Conca d’Oro e poi fino a Jonio».
«Se scorriamo il grafico negli anni e li compariamo con gli accordi tra Azienda
e Sindacati, vediamo che qualcosa non torna. Dal 2013, tutt’e due le linee
soffrono della mancata sostituzione dei macchinisti andati in pensione, e pertanto
la produzione dei Km/treno è calata paurosamente fino ad arrivare al punto di
luglio 2015, momento in cui è entrata a regime la nuova organizzazione del
lavoro e della produzione voluta dal management di allora e avallato dai Sindacati
maggiori».
«Ma quell’accordo, definito epocale da entrambe le parti, non ha sortito l’effetto sperato,
anzi, tant’è che la produzione delle due linee è aumenta solo nel biennio
2015-2016, quando sono stati immesse nuove risorse umane, tramite la Legge 223
e la riqualificazione di autisti, che hanno sopperito ai posti vuoti lasciati
da coloro andati in quiescenza. Dal 2010, comunque, solo la linea blu ha
aumentato i km, e ciò, come anticipato, è dovuto all’entrata in esercizio della
B1, mentre i livelli raggiunti della Linea A sono rimasti sono clamorosamente inferiori».
«Nonostante i risultati siano stati devastanti, gli
emolumenti dei dirigenti sono rimasti immutati, MBO compresi, fino a qualche
tempo fa. Poi, hanno iniziato un lento taglio, tanto per non sentirsi in
imbarazzo, ma solo dopo le inchieste giornalistiche su Parentopoli». Che ne
pensate della dichiarazioni del consigliere regionale di maggioranza? «Che l’esponente
non si è spinto oltre», rispondono i macchinisti, «perché poi sarebbe entrato in
un terreno paludoso per il suo partito [il PD ndr] che ha gestito
ininterrottamente le aziende di trasporto a Roma». Infine l’affondo: «Ora
vediamo alcuni manager di allora, conclusa l'esperienza in Atac, pontificare, scrivere
libri e partecipare a convegni di partiti, promuovendo soluzioni finali per l’Azienda.
Ma Atac non ha colpe. Le uniche sono della politica che usa la sua longa manus per piazzare dirigenti e
consigliare il sindacato su come gestire la cosa pubblica». Alé.
David Nicodemi
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