Roma-Lido, le insidie che non si vedono
La lunga lista delle disfunzioni della Roma-Lido si arricchisce di anomalie che contribuiscono a rendere precarie le sue condizioni di salute
Dal palo piegato agli
alberi pericolanti. La lunga lista delle disfunzioni della Roma-Lido, ferrovia sempre più in agonia, si arricchisce di
anomalie che, nell’insieme, contribuiscono a rendere precarie le sue condizioni
di salute, come se non bastassero i disservizi cronici dovuti – per lo più - all’indisponibilità
del materiale rotabile, tanto cari alla cittadinanza.
Al netto dell’eterna
lotta tra Regione e Comune, sulle competenze, dei progetti faraonici di
ammodernamento, annunciati con cadenza mensile, e delle chiacchiere di stampo elettorale, ciò che resta è soltanto un pugno di mosche. Lo sanno
bene da un lato i lavoratori di Atac
- dagli operai ai macchinisti – dall’altra, ovviamente, gli utenti della linea.
Che da gloriosa ed efficiente, con una puntualità svizzera - Met.Ro. SpA docet - è diventata lo spettro di se stessa, uno spauracchio
metastatico, dolente e ingombrante, seppur fondamentale e strategica per la
mobilità.
Mentre si attendono
risoluzioni idonee, salta all’occhio una serie di segnalazioni da parte dell’esercizio,
correlate dagli scatti effettuati lungo linea. E che riguardano, nello
specifico, il tratto compreso tra Vitinia
e Casal Bernocchi/Centro Giano.
Alberi
pericolosi. Agli sguardi attenti del personale di
macchina, non è sfuggita la presenza di due alberi ad alto fusto sulla
spalletta che costeggia il binario in direzione Cristoforo Colombo (dispari). Tronco e chioma, molto pesanti, sono sbilanciati
pericolosamente verso l’interno, tanto da rappresentare un pericolo costante
per la sicurezza della circolazione ferroviaria. A quando un intervento?
Palo
Piegato. Poco distante, ma nell’altro senso di marcia, sul
binario pari (direzione Porta San Paolo),
si scorge un palo di sostegno della linea aerea di contatto piegato verso l’esterno,
molto probabilmente a causa del cedimento del basamento dello stesso o di un
ampio sgrottamento del terreno sottostante. Comunque sia, sono almeno tre anni
che si trova in quelle condizioni e finora, oltre al montaggio di un tirante di
sostegno, nessuna azione di ripristino è stata intrapresa. Neanche dopo il
violento terremoto di Amatrice.
Rallentamento
assurdo. Quelle medesime scosse che, invece, avrebbero causato
lo sprofondamento del segnale di ingresso della stazione di Vitinia, qualche
metro più avanti. Che risulta ugualmente inclinato rispetto al piano del ferro.
Inizialmente era stato prescritto un rallentamento pari a 30 Km/h, poi elevato
a 50 Km/h. Quanto altro tempo ancora bisogna attendere?
Le manutenzioni all’infrastruttura
sono importanti per il buon andamento dell’esercizio, lo sanno tutti meno che i diretti interessati. Alé.
David
Nicodemi
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