Roma-Viterbo, quel fattaccio del 28 luglio

Disco verde e il treno che si ritrova instradato sul binario momentaneamente interdetto alla circolazione per motivi di sicurezza. È quanto emerge dai dispacci,relativi al 28 luglio scorso

Disco verde e il treno che si ritrova instradato sul binario momentaneamente interdetto alla circolazione per motivi di sicurezza. È quanto emerge dai dispacci della Roma-Viterbo, inviati alla Regione Lazio e all’Ustif, relativi al 28 luglio scorso, giorno in cui la ferrovia regionale, in gestione all’Atac, ha subito due sospensioni, una per un «incendio a ridosso dei binari di Riano» l’altra per «l’interruzione della linea aerea». La vicenda suscita scalpore e incredulità, certe distrazioni possono essere fatali. Una tragica riprova è lo scontro frontale avvenuto in Puglia il 12 luglio 2016 sulla linea Andria-Corato, costato la vita a 23 persone, dipendenti di Ferrotramviaria compresi. 

Prologo. Quel venerdì mattina, intorno alle 11.45, la tratta extraurbana, compresa tra le stazioni Montebello e Riano, viene sospesa a causa del pericoloso incendio divampato in quest’ultima località, che lambisce il sedime e compromette il servizio. Inoltre, su esplicita richiesta dei Vigili del Fuoco, il preposto Reparto provvede a togliere la tensione sulla linea di contatto, specificatamente tra il sezionatore «lato Roma di Sacrofano», situato in prossimità del passaggio a livello di via Casale di Malborghetto, a circa 400 metri dall’omonima stazione, e il «sezionatore lato Roma di Riano». Viene installato un fioretto di cortocircuito, mediante il quale assicurare la messa a terra, collegato sulla rotaia del binario in deviata della stessa Sacrofano.   

La situazione treni. Il caos è palpabile, il caldo asfissiante non aiuta di certo gli utenti ad affrontare le estenuanti attese/trasbordi nonché il personale a gestire al meglio l’emergenza. Diversi i treni cancellati o limitati, e sostituiti, anche brevemente, dalle navette bus, tra cui quelli diretti a Catalano con partenza da Piazzale Flaminio: il 600 (12.20), il 602 (13.10), il 604 (13.35) e il 606 (14.18) per l’intera tratta.  

Cronaca di un fattaccio. Ma alle 13.04 viene riesumato il treno 602 e dichiarato soppresso solo da «da Sacrofano a Catalano», nonostante la circolazione risulti ancora inibita da Montebello, stazione che precede Sacrofano, al «segnale lato Roma di Castelnuovo». Tuttavia, il convoglio lascia Piazzale Flaminio, in perfetto orario (13.10) e raggiunge Montebello in venticinque minuti. Dove nessuno sembra accorgersi dell’errore madornale e ricordarsi, cosa fondamentale, che la tratta, nella quale rientra Sacrofano, è anche priva di corrente.

Il boato. Il 602 riparte, tranquillamente, su autorizzazione di Montebello, e si immette sul tracciato interdetto, cioè sospeso, per giunta a semplice binario. Ma appena il pantografo dell’elettromotrice, carrozza di testa, supera il sezionatore di Malborghetto, laddove inizia materialmente l’interruzione di corrente, si verifica un cortocircuito, accompagnato da un boato micidiale e dalla fuoriuscita di fumo, che gettano i passeggeri nel panico. Violento il passaggio di tensione, rilanciata sulla linea aerea dai motori del convoglio, tanto da provocare la fusione tra il cavo e il fioretto della messa a terra, quindi lo spezzamento del cavo stesso. Fortuna che nessuno si trovasse nelle vicinanze, altrimenti avrebbe potuto correre il rischio di rimanere folgorato all’istante. 

Caos nel Caos. All’interruzione causata dall’incendio si è unita la sospensione per la caduta della linea aerea. Un evento per nulla fortuito, carte alla mano, figlio, evidentemente, di una organizzazione poco accorta della dirigenza del Movimento, deputata al controllo del traffico ferroviario, durante le fasi salienti dell’emergenza. Infatti, non si capisce, davvero, come un treno soppresso, sia potuto finire sulla tratta chiusa, coi drammatici rischi del caso. Da qui gli interrogativi: cosa sarebbe successo se il binario fosse stato occupato da qualsiasi altro mezzo? Perché il DCT di Acqua Acetosa ha licenziato il 602 per Sacrofano? Era stato messo a conoscenza dell’interruzione? E perché non ci ha pensato Montebello a fermarlo? Stress, pressioni o cosa? Perché? Domande legittime, data la gravità del fatto. E ancora, dov’era il Responsabile del Movimento? Dov’era il Responsabile della Linea? E dov’era, soprattutto, il Direttore dell’Esercizio? Anche perché ci sarebbe una discrasia tra quanto accaduto e quanto scritto nell’informativa inviata sia alla Regione Lazio che all’Ustif: «Comunicatasi», recita la nota di Atac, «che in data odierna [28 luglio ndr] dalle ore 11.45 alle ore 16.15 sulla linea in oggetto [Roma-Viterbo ndr] il servizio è rimasto interrotto nella tratta da Riano a Sacrofano». Di nuovo Sacrofano. Sarà un altro modo per mascherare il pasticcio?

Considerati i fatti, forse solo una commissione d’inchiesta ministeriale potrà far chiarezza, su questa e su altre vicende oscure, facendo così esplodere, finalmente, il bubbone che da tempo cova nella divisione Metroferro di Atac. Alé.
    David Nicodemi
     

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