Demolizioni vetture storiche, la beffa del Campidoglio


Oltre al danno pure l’inevitabile la beffa, in perfetto stile italico. E la rifila il Presidente della commissione trasporti di Roma Capitale 

Oltre al danno pure l’inevitabile beffa, in perfetto stile italico. E la rifila, forse involontariamente, il Presidente della commissione trasporti di Roma Capitale Enrico Stefàno, che annuncia dal megafono di Facebook, con stomachevole fierezza, la realizzazione di un «museo dei piccoli treni» al Parco Archeologico di Centocelle. Proprio nei giorni in cui Atac, controllata dal Campidoglio, sta distruggendo ciò che resta delle vetture ferroviarie di interesse storico della Roma-Civita Castellana-Viterbo, al punto da compromettere il progetto del Treno Storico della Tuscia.

«Un progetto di riqualificazione ambientale e culturale del Parco Archeologico di Centocelle: è quello che abbiamo analizzato stamani in Commissione insieme al Dipartimento Urbanistica, all'Ufficio di staff dell'assessorato alla Cultura, al Dipartimento e all'Assessorato Trasporti», scrive Stefàno mercoledì scorso, 27 giugno, sulla sua pagina ufficiale. «La proposta, presentata con la forma della finanza di progetto, mette in campo la possibilità di poter creare, in una parte di questa vasta area verde di 120 ettari alla periferia est di Roma, un museo dei "piccoli treni", veri e propri cimeli storici, con pezzi anche della metà del 1800».

L’Amministrazione, con Stefàno in testa, si riscopre amante e sostenitrice dell’archeologia ferroviaria, però al momento solo a chiacchiere. Dato che il percorso della Giunta Raggi è, infatti, lastricato di demolizioni, che hanno lasciato un vuoto nella storia del trasporto pubblico non solo capitolino. Sono state distrutte dapprima le elettromotrici del 1956 della Linea B/Roma-Lido, facendo saltare il treno storico sulla linea lidense - tanto caro ai blogger pentastellati-, e adesso, mentre il Presidente della commissione si gongola per l’ennesima trovata sparata in eurovisione, i convogli della RomaNord.

Di quale «museo di cimeli storici» va cianciando Stefàno? E quali «cimeli» intende utilizzare, se grazie al tacito assenso del Campidoglio è stata sterminata buona parte dell’archeologia ferroviaria di Roma e del Lazio? La cosa sa di assurdo o di presa per il culo - fate vobis -, certo è che i Comuni dell’entroterra laziale, e l’intera collettività, si sono visti sottrarre la possibilità di realizzare il Treno Storico della Tuscia, indiscutibile strumento per rilanciare il turismo e creare, all’occorrenza, posti di lavoro. 

Nel M5S l’incoerenza e/o schizofrenia sembra essere di casa, non va dimenticato che Stefàno, sì, proprio lui, si era battuto per la conservazione del materiale rotabile di Atac, a suon di interrogazioni e comunicati stampa. Una verve che pare aver perso appena seduto tra i banchi della maggioranza ed eletto Presidente della commissione. Chissà perché. Alé.
     David Nicodemi

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