Caos Atac, KO tecnico per l'Amministrazione
Tanta confusione e poca sostanza, da parte dell'Amministrazione Capitolina. Che sulla lettera del Dg Rettighieri, pronto a rassegnare le dimissioni, non è stata in grado di dare risposte. Dirompente il senatore Esposito, "il tempo della propaganda è finito"
Una giornata da dimenticare,
tanta confusione e poca sostanza, da parte dell’Amministrazione, questo è
scontato. Che sulla lettera
del Dg di Atac Marco Rettighieri,
pronto a rassegnare le dimissioni, «sono un manager e non un politico», non è
stata in grado di rispondere in maniera esaustiva e a dissipare, nel contempo,
i dubbi sollevati da Dg, sia sui famigerati 18milioni di euro, destinati ai lavori della Linea A, che sull’episodio, gravissimo, della presunta interferenza
dell’assessore Meleo, sul caso del
trasferimento del Responsabile della Roma-Viterbo.
L’assessore ha provato a mettere
una pezza, con l’ennesimo post sui social, dove ha ripetuto in continuazione
che «i 18 milioni non sono assolutamente un prestito ad Atac e sono già nella
disponibilità dell’Azienda. La delibera di Giunta, approvata poco prima di
Ferragosto è stata resa esecutiva con una Determina Dirigenziale della
Ragioneria Generale del Campidoglio il 17 agosto: le risorse sono quindi state
erogate nei tempi utili e funzionali all'avvio dei lavori di manutenzione della
metro. “Interpretare" i 18 milioni come un prestito è veramente fantasioso».
Poca roba rispetto alle aspettative e alla rilevanza degli argomenti trattati.
Di fronte alle pesanti dichiarazioni del Dg, infatti, snocciolate nella lettera, «i fondi,
ad oggi, non ancora disponibili poiché nessun bonifico è stato effettuato da
Roma Capitale verso Atac», ci si aspettava una nota altrettanto ufficiale, e
non un semplice post sui social. Inoltre, è davvero difficile pensare che un
manager del calibro di Rettighieri, possa aver mentito spudoratamente.
«I 18 milioni per essere nella
disponibilità di Atac», ha tirato dritto il senatore Stefano Esposito, «devono essere sul conto corrente della Società. Rettighieri
afferma che così non è. Assessore Minenna
[Marcello, Bilancio ndr] è inutile che continui a girare intorno al problema.
Il suo post non risolve il dubbio. Per chiudere questa storia c'è un modo semplice
e trasparente, come piace al Movimento, pubblichi il CRO [codice riferimento
operazione, ndr] del bonifico. Se non lo farà sarà la prova che Rettighieri
dice la verità e lei mente». L’esponente ha poi rincarato la dose: «sul tema
prestito spieghi cosa significa l'ultimo capoverso della pagina 2 della
delibera». Che rappresenta, in sostanza, uno dei principali dubbi del Dg. «Attendo
fiducioso una risposta», ha rimbeccato Esposito, «il tempo della propaganda è
finito». La risposta, su questo punto specifico, non è ancora arrivata. È stata
ribadita, per tutta la giornata, e sempre sui vari canali social, nulla di
ufficiale, l’esistenza della Determina e che questa è stata predisposta «il 17
agosto», fatto oramai arcinoto, ma non una spiegazione circa l’ultimo capoverso
di quel documento. Neanche dal Presidente della commissione ai trasporti, Enrico Stefàno, nella “diretta” Facebook di ieri sera.
Il tempo di tirare un sospiro, ed
ecco apparire la replica, dello stesso Esposito, sotto il post della Meleo, «è molto
grave che uno scambio di comunicazioni interne, prima ancora che queste siano
giunte all’assessore, siano rese pubbliche da un senatore del Partito
Democratico». «Gentile Assessore le segnalo, se non se ne fosse accorta», ha tuonato
l’esponente Dem, «che la lettera è inviata per conoscenza ai membri dell'VIII Commissione del Senato. Appena
ricevuta e letta ho ritenuto mio preciso dovere diffonderla vista la rilevanza
dei contenuti. Sono molto colpito dal suo post segnato, lei che appartiene ad
un Movimento politico che predica onestà, trasparenza e rapporto costante con i
cittadini parla di fatto grave? O erano tutte chiacchiere oppure la lettera
racconta delle verità scomode». Inoltre, «piuttosto ci dica: è vero che ha
chiesto ha Rettighieri di non rimuovere un dirigente di Atac? È vero che vuole
preventivamente sapere gli organigrammi di Atac che sono di esclusiva
competenza e responsabilità dei vertici aziendali? Invece di indignarsi
risponda a queste semplici domande che comunque le faremo quando sarà convocata
in commissione al Senato».
La frittata è fatta. Anche perché
Esposito, da vero mattatore, ha condito la risposta con un’immagine, postata nel
suo profilo Twitter, nella quale
emerge che Federico Chiovelli, il Responsabile
della ferrovia Roma-Viterbo sostituito
e trasferito «alle dirette dipendenze del Responsabile Metroferro» (OdS n. 30
del 29/08/2016), sarebbe un simpatizzante Cinquestelle. Un altro colpo di
scena. «Assessore Meleo», ha incalzato il Senatore, «quindi lei è intervenuta
su Rettighieri perché Chiovelli è un militante del M5S».
È stato il Dg a sostenere, nella famosa
lettera, che ci sarebbe stato, in seguito della sostituzione ai vertici della
RomaNord, una forzatura da parte dell’assessore, tanto da dover ricordare che
«lo spostamento di alcune persone all’interno di un’Azienda di qualsivoglia
natura, partecipata o meno, non può essere influenzato in alcun modo da
ingerenze esterne». Ma c’è un altro passaggio che merita attenzione. «Tra le
altre cose, visto che ho parlato direttamente con la persona interessata allo
spostamento a cui ho dato motivazioni sufficienti, non vedo l’opportunità di
esprimere riserve su questa azione, come da Lei sostenuto molto sui generis». Sarebbe
interessante conoscere queste «motivazioni», che hanno indotto il Dg a prendere
una decisione così drastica.
Nella sua “diretta” Stefàno, ha detto che «quella
persona [Chiovelli ndr] ha lavorato molto bene nel funzionamento della
Viterbo». Ma c’è un’interrogazione che fa cadere in contraddizione l’attuale
presidente della commissione ai trasporti. È del 10 giugno 2014 (protocollo n.
10728), porta la sua firma e ha per oggetto la «ferrovia Roma-Civita
Castellana-Viterbo», per l’appunto. «Si interroga il sindaco e l’assessore
competente», recita il documento, «per sapere se corrisponde al vero quanto
paventato dal sopracitato articolo, secondo il quale il treno incidentato [al
PL 24, località Catalano] è partito
senza la necessaria autorizzazione del capostazione di Civita Castellana, in
violazione del Regolamento Circolazione Treni». Secondo fonti certe, quel treno, coinvolto in un incidente mortale, sarebbe ripartito su ordine dell’ingegner Chiovelli, in persona.
La giornata, caotica e tesa, si è
conclusa con la flebile nota dell’Amministrazione, che, al solito, non ha detto
nulla di interessante né dato risposte ai tanti quesiti posti. Si è limitata a
esprimere «sorpresa e stupore per le dichiarazioni di Marco Rettighieri, che
evidenziano un atteggiamento irresponsabile poiché arrivano alla vigilia di
settembre e rischiano di danneggiare la città e tutti i romani». Ancora parole
ad effetto. E poi perché il Dg avrebbe assunto un «atteggiamento irresponsabile»?
Non è dato sapere. «Preso atto delle posizioni espresse dal Dg Atac, l'Amministrazione
in queste ore è al lavoro per l'individuazione di un nuovo management». Tre
sarebbero i candidati successori alla poltrona di Dg e/o a ricoprire posti, comunque
apicali, nella nuova governance: Enrico
Sciarra, che sarebbe ben visto dalla
Cisl, Carlo Tosti, l’ex-ad Atac
ai tempi di Alemanno, e Pietro Spirito. C’è da dire che numerosi dipendenti, anche pentastellati, non l’hanno
presa bene, «Rettighieri», è il pensiero ricorrente, «è l’unico che ha
fatto pulizia all’interno dell’Azienda». E lo dicono pure i documenti in
Tribunale. Alé.
David Nicodemi
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