Documento riaccende il giallo del dirigente-macchinista
L'ex-responsabile Atac delle ferrovie concesse, poteva guidare i treni della Lido e della Viterbo? Aveva i requisiti per assolvere il ruolo di macchinista? Un documento, in esclusiva, fornisce ulteriori dettagli
Un documento riaccende i fari sul caso del
«dirigente-macchinista», in realtà quadro, che dall’esercizio Metroferro Atac, dove ha ricoperto il ruolo di
Responsabile e poi di Coordinatore delle ferrovie regionali, è passato alla struttura
«pulizie», appositamente istituita, per effetto della Disposizione
Organizzativa n. 5 del 6 aprile 2016. Inciso a parte, resta da capire se l’ingegnere
Alberto Lanzone avesse i requisiti
per assolvere il ruolo di macchinista, quando si è messo alla guida di un treno sia della Roma-Viterbo sia della Roma-Lido, in
servizio passeggeri.
È stato Il
Tempo il solo a parlarne, nell’articolo
del 10 marzo 2015 a firma del giornalista Vincenzo Bisbiglia, che riportava le dichiarazioni di Renzo Coppini, segretario romano del SUL, secondo il quale Lanzone si era «messo
a fare il macchinista, ma non ha mai svolto l’affiancamento necessario, 5000
km, per essere abilitato. Insomma, ha guidato abusivamente. Faremo
rapporto all’Ustif per questo». Per
semplificare, basti pensare alle fasi necessarie per il conseguimento della Patente B, la più diffusa. E sono, in
ordine: Esame della Teoria, idoneità psico-fisica e, infine, Esame della
pratica, che si svolge nel traffico viario insieme all’esaminatore
ministeriale. L’iter è pressappoco identico, cambiano, ovviamente, le
difficoltà che gli aspiranti macchinisti (ferroviari e/o metropolitani) sono
chiamati a superare per ottenere la tanto agognata abilitazione da parte del
Ministero dei Trasporti. La quale si completa con l’espletamento dei famigerati
5000 in affiancamento, se si tratta della prima abilitazione. In caso di estensione
di linea, cioè quando un macchinista intende cambiare esercizio (dalla
Lido alla Viterbo, per esempio), i chilometri da compiere sono soltanto 1500
circa.
Questo Blog ha cercato, nei mesi addietro, risposte
dall’Azienda, le quali non sono mai arrivate, nonostante le gravi
dichiarazioni dell’esponente sindacale. Nessun accanimento personale, sia
chiaro, ma solo una smisurata voglia di trasparenza. Mettersi alla guida di un
treno è tutto tranne che uno scherzo – lo stesso vale per gli autobus -, e
Atac, che funge da garante materiale e morale della sicurezza, è obbligata a
far chiarezza sull’accaduto, anche solo per rispetto dei passeggeri, del
personale e dell’Amministrazione Comunale, che detiene il 100 per cento delle sue
azioni. E allora, quando l’ingegner Lanzone ha condotto i treni della Viterbo e
della Lido, era in possesso dei requisiti? Aveva effettuato i 5000 Km in
affiancamento e con il convoglio in servizio passeggeri? Aveva superato gli
esami psico-attitudinali? E dove sono i fogli di corsa e i documenti sanitari? Ci
sono oppure no?
Mai un pezzo di carta ufficiale, solo
chiacchiere, parole che il vento si è trascinato via, come quelle che avrebbe
pronunciato Mario Impastato,
ex-braccio destro di Enrico Sciarra,
«Lanzone è abilitato a ricoprire il ruolo di macchinista. Ha svolto
i chilometri con me, di notte, sulla Roma-Lido», o il comunicato dell’avvocato aziendale, che
non hanno sciolto alcun dubbio sul caso.
Ma adesso c’è un documento, tirato fuori da chissà quale cassetto di
Via Prenestina, che il Blog propone in esclusiva. È una certezza,
un punto fermo, dal quale ripartire. È la Disposizione Gestionale n. 109 del
16 luglio 2015, con la quale Giuseppe De Paoli, l’allora
Direttore delle Risorse Umane di Atac, comunica che l’ingegner Lanzone ha
superato la prova pratica, «esperita il giorno 10 luglio 2015», per «l’abilitazione
ministeriale alla conduzione dei mezzi di trazione circolanti sulla linea
ferroviaria Roma-Giardinetti». «I dipendente», conclude, «dovranno
sostenere il previsto periodo di tirocinio di 5000 Km di condotta».
Siamo in luglio, attenzione, cinque mesi dopo la denuncia de Il Tempo. E
subito emergono delle discrepanze. Se l’ingegner Lanzone, al momento dell’esame
pratico sulla Giardinetti, era già in possesso dell’abilitazione primaria, come
paventato, tant’è che è stato beccato a guidare i treni sia della Lido che
sulla Viterbo, perché De Paoli ha sottolineato che «dovrà sostenere i 5000 km
di condotta»? Secondo i calcoli, quella della Giardinetti doveva essere
considerata un’estensione di linea, per cui, come anticipato, i chilometri sarebbe
dovuti scendere a 1500. Invece, il Direttore ha scritto 5000. Come mai? Delle
due l’una, o si è sbagliato De Paolis oppure questa sarebbe davvero la prima
abilitazione ottenuta dall’ingegnere.
Qualora quest’ultima ipotesi dovesse trovare conferme, anche solo
parziali, lo scenario sarebbe devastante. E coinvolgerebbe non solo Lanzone in
prima persona, che a quel punto non era autorizzato a portare nessun treno, ma
l’intera filiera di comando della Divisione Metroferro. Ci vuole trasparenza.
Alé.
David Nicodemi
Foto copertina: Il Sole 24 ore
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