Crisi Atac, tra proposte e attacchi.
Da Sferragliamenti della Casilina giunge la proposta di utilizzate i 45 filobus a Tor Pagnotta, sulle linea della Nomentana. Lettera del «Comitato Autisti Atac» contro l'ex Dg Rettighieri
Dal Blog Sferragliamenti dalla Casilina, molto seguito, è giunta la proposta di utilizzate la flotta
filobus, destinata al corridoio Laurentina-Tor
Pagnotta, al centro di un’inchiesta giudiziaria, sulle linee della Nomentana, col principale scopo di far
fronte alla penuria di vetture. Un argomento che, tra l’altro, è stata oggetto
della controversa lettera anonima in circolazione da ieri, 5 settembre, che
porta la firma del «Comitato Autisti
Atac».
In tempi di vacche magre, dove neanche la
cancellazione numerose corse per ogni linea bus/tram/filobus da parte di Atac SpA, è riuscita a contenere le
emorragie degli esercizi, a scapito dell’utenza e, implicitamente, del
personale, l’idea apparsa sul blog può rappresentare una risposta concreta alle
lacune che costellano i servizi di superficie erogati dall’Azienda municipalizzata.
«Mentre a Roma seguita l’emergenza bus», attacca la
lettera pubblicata sul noto portale, «con la sospensione di molte linee, nel
deposito di Tor Pagnotta restano
inutilizzati i 45 mezzi destinati
alla linea Laurentina – Tor Pagnotta». «La proposta che sottopongo alla vostra
attenzione», prosegue «è quella di trasferire questi filosnodati nel deposito
di Grottarossa e destinare
immediatamente i mezzi su itinerari che condividono buona parte del tracciato
sull’asse Nomentana». L'autore spiega che le vetture, le quali stanno facendo la muffa, possono essere impegnate,
nello specifico, sulle linee 60, 66 e 82, a «patto che la viabilità sia compatibile con mezzi lunghi 18
metri», aggiunge. «Il servizio della linea
90 [filobus ndr], sarà esercitato sull’intera tratta dai nuovi filobus
dotati di motore diesel, mentre i Solariz-Ganz, che hanno problemi alle
batterie, saranno destinati a una nuova linea 90/ limitata a Porta Pia. Tale provvedimento ridurrà
notevolmente il consumo delle batterie in attesa dell’arrivo del bifilare a Termini».
«Per fare fronte a questa crisi del trasporto di
superficie», conclude la missiva «è necessario sfruttare al massimo le risorse
disponibili. Visto che la linea sulla Laurentina sarà ben più corta di quanto
previsto inizialmente, è plausibile che anche dopo l’apertura non saranno
necessari più di 15 vetture e quindi i filobus potranno continuare a circolare
sulla Nomentana. Utilizzare i 45 mezzi
snodati Bredamenarini significa recuperare circa 70 autobus da 12 metri». L’idea, “cinguettata” dal
Blog sul canale ufficiale di Atac, è stata accolta in maniera positiva, tant’è
che da via Prenestina hanno fatto sapere, nel Twitter di risposta, indirizzato allo
stesso Blog, all’assessore Meleo e al Presidente della commissione trasporti
Stefàno, di essersi già messi all’opera con l’Agenzia Roma Mobilità per
valutare la fattibilità del progetto. «È una boccata di ossigeno», ha commentato a margine il blogger. Effettivamente.
Sul fronte dell’esercizio,
all’indomani della tragica riduzione delle corse, che ha lasciato a piedi pendolari e turisti, sta
circolando nelle ultime ore la «lettera aperta degli autisti ai cittadini
romani», a firma del «Comitato Austisti Atac». Che riprende lo spirito della Meleo, la quale, sul Facebook, ha scaricato le colpe
del provvedimento alla gestione dell’ex-Dg Rettighieri.
«A fine giugno abbiamo denunciato», riferisce la nota, «la situazione disastrosa in cui versava il servizio di superficie Atac:
mancanza di ricambi, manutenzioni “ordinarie” non programmate, incapacità della
Dirigenza nell’affrontare i problemi. Da
allora, nonostante gli sforzi dell’amministrazione Capitolina le cose sono peggiorate.
La dirigenza si nascondeva dietro la mancanza di fondi. Ma allora perché da
febbraio a luglio l’azienda non ha fatto l’appalto per le pulizie, perché non
si è prorogato di due/tre mesi quello vecchio? Perché si son dati senza gara 23mln di € per UN anno alla
Multiservizi? Prorogando l’appalto di qualche mese (indicendo nel frattempo la
gara) si potevano usare buona parte dei 23mln per fare manutenzione».
Ancora: «A luglio/agosto abbiamo assistito a scene
indescrivibili: bus fermi per guasto, abbandonati per giorni interi in strada,
autisti inoperosi per mancanza vetture, mezzi fermi un giorno intero in rimessa
per una lampadina bruciata...Pur potendo avere nei depositi un parco bus da
consegnare e mettere in circolazione, perché l’organizzazione del servizio
interno alle officine non lo consentiva? “Assurdo”! La dirigenza ha preferito
lasciare i cittadini a piedi pur di non riorganizzare le manutenzioni».
Nel finale, arriva l’attacco frontale a Rettighieri
che, secondo gli autori del documento, non avrebbe «mosso un dito,
autocelebrava le sue giuste denunce per le possibili malefatte dei sindacati, salvo
poi tenersi il Direttore Operation, che nel 2015 è stato colpevole della
perdita di produzione di ben 7mln dikm/vettura. Rettighieri in questi mesi non
ha mai verificato lo stato dell’esercizio e del disastro manutentivo. “Provare
a dare una svolta”, e si è smarrito, ha abbandonato la nave dopo averla portata
sugli scogli. Complimenti!». «Cittadini», conclude, «vi chiediamo di non
prendervela con il primo autista che incontrate, dobbiamo essere
solidali, stiamo sulla stessa barca che qualcuno ha voluto che affondi».
Che la nuova Atac, nata nel 2010 dalle ceneri di Met.Ro. srl e di Trambus srl per volere dell’Amministrazione Alemanno, sia stata gestita in maniera disgraziata – un po’ di
diplomazia ci vuole, per non incorrere in altre querele-, è un dato di fatto,
anche perché MetRo aveva i bilanci in attivo. Sebbene i risentimenti degli operatori siano legittimi, scagliarsi contro Rettighieri, nominato solo in febbraio, appare riduttivo e,
per certi versi, strumentale. Le resistenze che ha incontrato l’ex Dg sono
state molteplici – e sono ben note agli addetti ai lavori -, specie da chi
vorrebbe mantenere il potere in Azienda, attraverso l’uso improprio del
sindacato. Tuttavia, Rettighieri, da ottimo manager, è riuscito a spezzare le catene che
legavano l’Azienda a quelle logiche, stantie e partitocratiche. Logiche che ora, potrebbero riapparire, come le metastasi, qualora l’Amministrazione non porrà un freno e, al contempo, non caccerà
chi ha veramente portato l’Azienda nel baratro, seguendo, idealmente, l'opera avviata dal tanto vituperato Rettighieri. Alé.
David Nicodemi
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